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Agsm, si attende il faccia a faccia tra Sboarina e lo sfiduciato Croce

Il Partito Democratico teme che il sindaco non toglierà la presidenza della multiutility a Croce: «Cercherà di far dimettere tutto il consiglio di amministrazione»

Oggi, 12 marzo, potrebbe essere il giorno in cui il sindaco di Verona Federico Sboarina e il presidente sfiduciato di Agsm Michele Croce si incontreranno per decidere il destino della più importante azienda controllata dal Comune di Verona. Dopo il voto di sfiducia del consiglio di amministrazione dell'azienda, a Croce viene chiesto di dimettersi e al sindaco si chiede chiarezza. Anche perché ieri Croce ha svolto i suoi compiti da presidente normalmente, pur in un contesto che di normale ha ben poco. Sboarina ha avuto un primo confronto con il consiglio di amministrazione di Agsm e quando avrà letto la relazione dei revisori dei conti prenderà il telefono e chiamerà Croce avrà con lui l'incontro decisivo per il futuro della multiutility.
All'orizzonte, comunque, non si vedono soluzioni in cui la situazioni resti invariata. Se Croce non fa un passo indietro, o se Sboarina non gli revoca l'incarico, potrebbero essere i membri del consiglio di amministrazione a rassegnare le dimissioni, facendo venir meno l'intero cda dell'azienda.

E il fatto che Sboarina non abbia ancora deciso di revocare l'incarico a Croce viene letta dal Partito Democratico di Verona come un «incredibile temporeggiamento» in una «situazione di emergenza che richiederebbe una presa di posizione netta e immediata». Questo scrivono i consiglieri comunali Elisa La Paglia, Federico Benini e Stefano Vallani.

Agsm è in questo momento un'azienda sostanzialmente allo sbando, di fatto priva di un presidente e anche di un direttore generale - dicono i consiglieri dem - Tutto fa pensare che la soluzione del sindaco passerà dalla porta di servizio: invece di imporre a Croce le dimissioni o revocarne l'incarico, Sboarina cercherà di far dimettere tutto il consiglio di amministrazione, dando così tempo al Masaniello nostrano di preparare l'ennesima campagna di veleni e falsi scoop sulla pelle delle aziende che era chiamato a governare, come fece quando venne destituito da Agec sempre per una storia di spese pazze a cui stavolta si aggiungono anche le consulenze pazze. Una soluzione comprensibile dal punto di vista del sindaco che ha sempre sostenuto Croce in tutto e per tutto, ma inaccettabile per l'azienda e la città che verrebbero attratte nell'ennesima campagna elettorale permanente.

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