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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Sboarina difende Salvini e il suo decreto sicurezza dai "sindaci ribelli"

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha dichiarato che non applicherà il decreto. Il primo cittadino veronese: «Dimostra di essere molto lontani da ciò che i cittadini chiedono»

La solita strumentalizzazione dei sindaci di sinistra, che ancora una volta dimostrano di essere molto lontani da ciò che i cittadini chiedono.

Queste le parole riportate da Ansa del sindaco di Verona Federico Sboarina, sulla decisione presa dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando di sospendere nella sua città l'applicazione delle norme del decreto sicurezza, decreto che porta il nome del vicepremier Matteo Salvini. Sboarina si schiera dunque con il ministro dell'interno leghista e non è l'unico primo cittadino a farlo. Il sindaco di Ascoli Guido Castelli, quello di Novara Alessandro Canelli, Roberto Dipiazza di Trieste e Pietro Fontanini di Udine, tra gli altri, hanno difeso i contenuti del decreto Salvini, usando più o meno gli stessi argomenti usati dal vicepremier. «Certi sindaci rimpiangono i bei tempi andati sull'immigrazione», ha scritto su Twitter Matteo Salvini, continuando a replicare al sindaco di Palermo.

Ma neanche Leoluca Orlando non è solo. I sindaci di Napoli, Firenze e Parma condividono l'iniziativa del collega palermitano, il quale ritiene che il decreto Salvini violi diritti umani e articoli della Costituzione. Per Orlando, dunque, non si tratterebbe di "disobbedienza civile" ma di una difesa di diritti garantiti dalla carta costituzionale. Dario Nardella, sindaco di Firenze, parla di «scempio umanitario», mentre Luigi De Magistris ha dichiarato: «Noi continueremo a concedere la residenza e non c'è bisogno di un ordine del sindaco o di una delibera perché in questa amministrazione c'è il valore condiviso di interpretare le leggi in maniera costituzionalmente orientata».

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