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Salvini e Di Maio al Vinitaly, nessun incontro in vista: sfuma il "governo dell'Amarone"

Non c'è spazio per la politica al 52° Vinitaly, questo almeno stando alle dichiarazioni rilasciate al suo arrivo da Matteo Salvini che annuncia: "Nessun incontro con Di Maio"

«Non c'è nessun incontro con Di Maio». Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini ai microfoni dell'Ansa nel corso della sua visita al Vinitaly sottolineando come resterà alla fiera di Verona fino alle 18, ovvero «fino alla chiusura dei cancelli».

Salvini è arrivato poco dopo le 10.30 di questa mattina, domenica 15 aprile, assediato da telecamere e giornalisti. E ha avvertito, «oggi non c'è spazio per la politica» anche se poco dopo ha aggiunto: «Per il governo io sono pronto». Quindi il leader della Lega si è avviato verso il padiglione dell'Emilia-Romagna.

Sfumato il governo dell'Amarone

La concomitante presenza al 52° Vinitaly del leader leghista Matteo Salvini e del candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, aveva lasciato credere nelle scorse ore che i due si potessero incontrare per un colloquio. Oltre a loro a Veronafiere è inoltre attesa il presidente del Senato, esponente di Forza Italia, Elisabetta Maria Alberti Casellati, mentre per il Partito democratico saranno presenti in giornata l'ex Ministro dell'Agricoltura e attuale reggente Maurizio Martina, infine, lunedì toccherà al premier uscente Paolo Gentiloni.

La situazione politica italiana, quantomai ingarbugliata, avrebbe forse potuto sciogliersi dinanzi a un buon calice di vino, ma stando alle mattutine dichiarazioni rilasciate da Salvini non vi sarà alcun incontro con il suo omologo pentastellato. Nonostante il tema dell'attacco in Siria e la connessa "accelerata" che le dinamiche di politica estera impongono all'Italia circa la formazione di un nuovo esecutivo, pare dunque che si dovrà attendere l'inizio della nuova settimana per avere ulteriori sviluppi.

Giorgia Meloni: "Incomprensioni con Berlusconi"

Sul tavolo vi sono sempre i veti dei 5 Stelle verso la figura di Silvio Berlusconi e il suo partito, da un lato, e dall'altro la possibilità che Salvini si sganci dalla coalizione di centrodestra venendo incontro così ai desiderata del movimento grillino. Ipotesi che restano sgradite ad entrambe le fazioni, le quali non paiono essere interessate a fare "passi indietro".

Le "uscite" ben poco diplomatiche di Silvio Berlusconi al termine del secondo giro di consultazioni al Quirinale, potrebbero però aver incrinato ulteriormente, forse in modo decisivo, la già precaria unità del centrodestra e, pertanto, ogni scenario resta comunque possibile. Che lo strappo vi sia stato lo confermano le parole, comunque concilianti, di Giorgia Meloni, anch'ella presente al 52° Vinitaly: «Non nego che con Berlusconi ci siano state delle incomprensioni in questi giorni per alcune sue frasi, - ha dichiarato la leader di Fratelli d'Italia - ma credo sia giusto mantenere gli impegni presi con i cittadini mantenendo l'unità della coalizione».

Possibili scenari in Parlamento

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe dunque provare a sbloccare l'impasse affidando un pre-incarico proprio al leader pentastellato, oppure a quello leghista, nella consapevolezza però che qualora il tentativo formale fallisca, chiunque avesse ricevuto il mandato sarebbe "tagliato fuori" dalle trattative successive e si aprirebbero così in tal modo scenari potenziali per un "governo di tutti" guidato da una figura "terza". 

Altra ipotesi, molto più prudente, potrebbe essere invece quella di un mandato esplorativo affidato al Presidente del Senato Casellati, con il compito di sondare gli umori dei partiti, tutti, esercitando al contempo sugli stessi una qual certa "pressione istituzionale". 

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