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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Mozioni anti-aborto: tensione e saluto romano in Comune, il consigliere Bacciga nega tutto

Dovevano essere discusse le cosiddette mozioni "antiabortiste" a Palazzo Barbieri, ma sono state rinviate a settembre e al centro delle critiche (chieste le dimissioni) è finito il consigliere di "Battiti per Verona" Bacciga che si difende così: "Non si può nemmeno più salutare"

Nel pomeriggio di ieri, giovedì 26 luglio, si è tenuto il Consiglio comunale di Verona nel quale, secondo le premesse, si sarebbero dovute discutere le oramai ben note "mozioni antiabortiste" presentate dai consiglieri della Lega Alberto Zelger e Anna Grassi. Tra i firmatari della prima mozione, quella dall'eloquente titolo «Iniziative per la prevenzione dell'aborto e il sostegno alla maternità nel 40° anniversario della Legge 194/1978», risulta esservi anche lo stesso sindaco di Verona Federico Sboarina

Le polemiche passate

Nei giorni scorsi si era già levato un coro di critiche da più fronti, in particolare proprio per i contenuti delle due mozioni giudicati «retrogradi» e «oscurantisti» (On. Rotta, consigliere Ferrari, Area Liberal), là dove non palesemente «falsi» o frutto di dati raccolti in modo arbitrario e da fonti "di parte" (Bertucco, ma si legga in merito anche l'articolo uscito ieri su Wired.it). Un vero e proprio «assalto al diritto all'aborto», come lo ha definito il fondatore di Possibile Giuseppe Civati, che ha insomma però trovato una decisa reazione politica in città e all'esterno delle mura scaligere, coinvolgendo in particolare direttamente quel soggetto troppo spesso (e volentieri) relegato ai margini della vita sociale nel corso dei secoli, vale a dire le donne.

Flash mob silenzioso per le donne in tunica rossa

Avevano già annunciato la loro presenza all'interno dell'assemblea cittadina di ieri, e sono state di parola, le attiviste di Non una di meno Verona che si sono presentate a Palazzo Barbieri per protestare contro l'eventuale approvazione delle due mozioni sopracitate. Le manifestanti hanno preso parte alla seduta pubblica, occupando il loggione travestite con tuniche e mantelli rossi e copricapi bianchi, una mise provocatoria e simbolica che faceva esplicito riferimento a quella delle protagoniste di una serie tv americana: "The Handmaid’s Tale" (letteralmente "Il racconto dell'ancella", ndr), una produzione televisiva ambientata in un futuro distopico dove, per contrastare il calo demografico, tutte le donne sono sottomesse agli uomini, vittime di stupri rituali legalizzati, ridotte a loro ancelle appunto, obbligate a vestire in quel modo, depradate di ogni diritto e sfruttate come "incubatrici viventi".  

Il caso del "saluto romano" in aula

Il caos in Consiglio comunale è dunque esploso proprio all'inizio della seduta. Secondo quanto riferito dalle stesse attiviste, infatti, il consigliere comunale della lista Battiti per Verona, la medesima del sindaco, Andrea Bacciga avrebbe rivolto alle esponenti del gruppo Non una di meno un "saluto romano" (testimoni diretti dell'accaduto sarebbero stati anche i consiglieri Bertucco e Gennari, quest'ultimo protagonista oggi di un "siparietto" con Bacciga su Facebook, vedi sotto):

«La discussione sulle due mozioni non era ancora iniziata, - si legge nella nota delle attiviste - quando il consigliere di maggioranza Andrea Bacciga poco dopo aver varcato la soglia dell’aula ha rivolto provocatoriamente alle attiviste il "saluto romano" che, ricordiamo, è punito dal nostro codice penale.

Inutile aggiungere che il gesto risulta ancor più grave se commesso da un rappresentante delle istituzioni che ha giurato sulla costituzione italiana, costituzione antifascista, e all’interno di una sede istituzionale».

A quel punto vi è stata la reazione non solo da parte del gruppo di ancelle, ma anche di alcuni consiglieri di minoranza presenti in aula e che avrebbero appunto visto e riconosciuto il gesto. Alla richiesta di prendere provvedimenti rivolta al presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio (Fratelli d'Italia), quest'ultimo avrebbe prima dichiarato di non aver visto alcunché, poi di non poter interrompere la seduta per «fare l'esegesi dei gesti altrui». In questo stesso Consiglio si sarebbe dovuta discutere anche una mozione presentata dallo stesso Ciro Maschio per l'intitolazione di una via di Verona allo storico segretario del Movimento Sociale Italiano Giorgio Almirante.

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Lo scambio di commenti al vetriolo tra i consiglieri Gennari e Bacciga via Facebook

L'autodifesa di Bacciga e l'attacco del Pd

La seduta è risultata sospesa per una ventina di minuti e, complice il ritardo e la situazione di tensione creatasi, le due mozioni sull'aborto alla fine non sono state discusse, bensì rinviate a settembre. Per quanto riguarda l'episodio del supposto saluto romano, il consigliere Andrea Bacciga si è difeso sostenendo di aver semplicemente voluto «salutare delle persone con la mano destra, ma se è proibito salutare con la mano destra ditemelo». Un concetto ribadito anche quest'oggi sui social, dove l'esponente di Battiti per Verona ha scritto a commento di un articolo sull'accaduto: «Non si può nemmeno più salutare».

Un'interpretazione decisamente diversa di quanto avvenuto in Consiglio l'ha però data, sempre a mezzo Facebook, la consigliera del Partito Democratico Elisa la Paglia che ha pubblicato un lungo post dove viene ripresa una fotografia dello stesso consigliere Bacciga, da lui publicata mercoledì 25 luglio, presso "Villa Mussolini" a Riccione:

«Questo il Consigliere Comunale di Verona che ieri ha fatto il saluto romano in aula del Consiglio rinnegandolo al termine della seduta. - scrive su Facebook l'esponente Pd La Paglia - Solo il giorno prima pubblicava questo post dove non nasconde il suo disprezzo per la truce morte dei sette Fratelli Cervi avvenuta per mano fascista (è in loro onore che si celebra il 25 Luglio la "pastasciutta antifascista")».

Sempre dal Partito Democratico è arrivato anche un appello diretto rivolto al sindaco Sboarina, fino a d'ora rimasto fin troppo cautamente silenzioso sull'argomento, nella fattispecie da parte del Senatore veronese Vincenzo D'Arienzo:

«Chi governa la città discute di fare di Verona la città capofila contro la legge che regola l’interruzione volontaria di gravidanza, - argomenta l'onorevole del Pd - di dedicare una via a Giorgio Almirante, di coprire un fascista in AGSM che mostra l'effige del duce sulla macchina di servizio e di un consigliere comunale che saluta il pubblico in sala Gozzi con il saluto romano

Caro Sindaco Sboarina, - incalza quindi D'Arienzo il primo cittadino scaligero - avverti i tuoi che i loro pruriti fascistoidi se li tolgano a casa loro, perché così non fate crescere Verona, la uccidete con la vostra idea malata di società».

Le richieste di dimissioni del consigliere

Infine, l'ultimo commento alla vicenda è doveroso lasciarlo proprio al gruppo di attiviste Non una di meno, le quali a conclusione della loro nota, hanno esplicitamente richiesto le dimissioni del consigliere comunale Andrea Bacciga, accusato per l'appunto di aver loro rivolto il saluto fascista. Dimissioni che il diretto interessanto non pare comunque intenzionato a presentare, almeno a giudicare dai toni sarcastici dei suoi commenti che circolano sui social in queste ore («La gente è strana. Se non saluti sei maleducato. Se saluti si offendono. Mah»): 

«Apprezziamo il fatto - spiega il gruppo Non Una di Meno Verona - che sia bastato un travestimento silenzioso per svelare la vera natura di questa destra che entra a braccio teso all’interno delle istituzioni democratiche.

Ora a voce alta, - si conclude la nota - Non Una di Meno Verona chiede le immediate dimissioni del consigliere Andrea Bacciga». 

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