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Politica Roverè Veronese / Via San Francesco

Roverè Veronese al voto. Erbisti non si ricandida ma spera nella continuità

"Sto costruendo insieme al nuovo candidato sindaco un gruppo di persone valide - ha dichiarato il primo cittadino - che abbiano la capacità di completare quanto ho iniziato"

Oltre a Castagnaro, tra i 24 Comuni della provincia scaligera chiamati a breve all'elezione di un nuovo sindaco e di un nuovo consiglio comunale c'è anche Roverè Veronese. Finisce quindi il mandato di Fabio Erbisti diventato sindaco dopo le consultazioni del 2011 in cui era unico candidato.

Al sito www.guidaalvoto.it, Erbisti ha parlato degli aspetti positivi del suo mandato. "L’esperienza di sindaco mi ha fatto crescere dal punto di vista umano, ascoltando le persone. Mi ha anche permesso di capire come funziona la macchina comunale in tutte le sue forme, come funziona il bilancio di un comune, ad esempio, e come si costruisce una progettualità. Nell’esperienza di sindaco si conoscono moltissime persone, con la consapevolezza che non tutto il sistema è marcio come si vuol fra credere, ma che ci sono anche molte eccezioni fatte di persone con valori sani. Qualsiasi figura istituzionale dovrebbe avere un lavoro con il quale si guadagna da vivere. Il contatto con il mondo reale rende più consapevoli dei veri bisogni dei cittadini e facilita le scelte corrette".  

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Tra gli aspetti negativi della sua esperienza da sindaco, Fabio Erbisti elenca: "L’eccesso di burocrazia e la continua variazione del quadro legislativo. Non è possibile fare una corretta programmazione quando le cose continuano a cambiare. I dipendenti pubblici dei piccoli comuni come il mio sono sovraccaricati di adempimenti per la maggior parte inutili. Ho sempre sostenuto che non sono tutti quei controlli che fanno gli uomini onesti, ma è l’educazione morale che una persona ha ricevuto che la fa onesta o disonesta. Uno Stato ha il dovere di educare i suoi cittadini. Un comportamento non si dovrebbe tenere non perché è illegale, ma perché non è moralmente corretto e quindi legittimo. Una cosa è parlare di legalità e un’altra di legittimità. Non sempre ciò che è legale è anche legittimo a mio parere. Un secondo aspetto negativo riguarda l’altra faccia del rapporto con le persone. Oggigiorno la gente disprezza la politica in tutte le sue forme e noi amministratori locali paghiamo ingiustamente le scelte fatte ai livelli superiori delle istituzioni. Le persone a volte si sentono libere di offendere e calunniare convinte che siamo tutti uguali, quando invece non siamo altro che semplici cittadini che si sono messi al servizio di una comunità".

Sempre al sito di accompagnamento al prossimo voto amministrativo, Erbisti ha confermato che non si ricandiderà, ma: "Sto costruendo insieme al nuovo candidato sindaco un gruppo di persone valide che, qualora vincessero le elezioni, abbiano la capacità di completare quanto ho iniziato. Mi resta il rammarico per non essere riuscito a finire una serie di opere pubbliche importanti per il nostro paese per le quali siamo riusciti ad ottenere i finanziamenti. Tali interventi stanno partendo in questi ultimi mesi del mio mandato. Lascerò gli onori di portarle a termine al prossimo sindaco sperando di avere almeno un riconoscimento morale per il mio operato".

Il sito www.guidaalvoto.it ha anche analizzato i dati sull'affluenza alle urne negli ultimi 10 anni a Roverè. Il trend che ha visto il numero di elettori diminuire in maniera sensibile nel periodo compreso tra il 2005 e il 2015, a Roverè Veronese è stato più contenuto rispetto a quello segnalato in altri comuni della provincia. Un aspetto, questo, che emerge soprattutto analizzando le percentuali relative alle Regionali: nel 2005 vi hanno partecipato il 76,1% degli aventi diritto, nel 2010 il 77,8%, un incremento, quindi, in controtendenza rispetto a quanto avvenuto nella quasi totalità della provincia. Bene anche i dati relativi alle Politiche, con circa l'87% di affluenza nel 2006, restato più o meno invariato due anni dopo; sotto la media, invece, la percentuale dei votanti nel 2013: il 78%, contro il circa 81% registrato a livello provinciale e regionale, ma comunque superiore alla media nazionale del 75%.

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Le due tornate elettorali per l'elezione del nuovo sindaco precedenti al 2016 hanno segnalato una flessione del numero dei cittadini che si sono recati alle urne, giudicato però come fisiologico: si è passati perciò dal 79,7% del 2006 al 70,6% del 2011. Identico alle media provinciale, invece, il dato relativo alle Europee del 2014.

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