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Regione, Roma ha deciso: Zaia meglio di Tosi

Zaia voluto da Roma: ma per la Lega non era ladrona?

Alla fine l'ha spuntata Luca Zaia: è ufficialmente il candidato del centrodestra per la presidenza della Regione Veneto e solo una congiuntura particolarmente avversa (leggasi lista civica con a capo il presidente usciente, assai scontento col suo stesso partito per l'investitura leghista) ne impediranno l'elezione. Ha avuto la meglio su Flavio Tosi e, ragionando con raziocinio, non c'era storia: Zaia ha fatto bene sia da assessore regionale sia da ministro dell'agricoltura; Tosi solo da sindaco ed ha ancora molto da dimostrare, a ben vedere.

Restano comunque tre aspetti di questa faccenda su cui riflettere: che i tanto coraggiosi leghisti hanno dovuto aspettare un viatico romano (ma Roma non era ladrona?) per puntare al colpo grosso in alcune regioni. Che ai veronesi un presidente proveniente da un'altra provincia riserverà il solito trattamento da territorio di marca, malgrado l'affinità di pigmentazione politica tra il sindaco e il molto probabile futuro governatore. Che la designazione del candidato alla guida della nostra Regione dal vertice nazionale del partito lascia l'amaro in bocca: nel centro-destra si usa così, nel centro-sinistra si fanno le primarie; due sistemi davvero diversi per individuare candidati per posti di responsabilità. C'è da pensarci, per chi ne ha ancora voglia... Perchè non ha la stessa valenza che un nome cada dall'alto, frutto di contrattazioni in qualche stanza dei bottoni ed un altro venga da una competizione, per quanto non ufficiale, tra altri candidati indicati dal popolo di quello schieramento.

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