Referendum autonomia, Benetton: "Una stupidaggine". È polemica, ma Tosi lo difende

Alla domanda sulla sua eventuale partecipazione al voto rferendario del 22 ottobre in materia di autonomia del Veneto, il grande imprenditore treviginao Luciano Benetton ha risposto in un modo che non lascia scampo ad equivoci: «Assolutamente no. Autonomia di cosa? Mi sembra - ha poi aggiunto il patron della storica azienda d'abbigliamento - una stupidaggine, una battuta. Con le campagne Benetton abbiamo cercato di sentirci europei ben prima del 2000, prima, cioè, di avere un unico passaporto e un'unica moneta».

Parole queste che non hanno mancato di destare vibranti polemiche, specie tra i promotori stessi del referendum consultivo che si terrà sia in Veneto che in Lombardia. La piccata replica a distanza sul tema autonomia è arrivata a poche ore direttamente dal presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti: «Le dichiarazioni di Luciano Benetton sul referendum del Veneto del 22 ottobre dimostrano innanzitutto una cosa: l'assoluta ignoranza della materia in discussione il che è grave perché fa emergere ancora una volta il tremendo distacco tra la realtà e un esponente della classe dirigente».

Flavio Tosi difende Benetton: "Referendum? Solo un sondaggio"

Ma la querelle sul referendum del 22 ottobre, e in particolare sulla sua utilità, rivendicata dai promotori e contestata da altri, non è comunque finita qui. A difendere Luciano Benetton ci ha infatti pensato l'ex sindaco di Verona e leader di "Fare!" Flavio Tosi: «Roberto Ciambetti, a maggior ragione per il suo ruolo di rappresentante dei cittadini, dovrebbe portare rispetto, anzi, ammirazione e gratitudine per grandi famiglie imprenditoriali che, grazie al loro sacrificio e genialità, hanno arricchito il Veneto, creando migliaia di posti di lavoro, quali i Benetton, i Marzotto, i Boscaini. Definire "elite" i nostri imprenditori, per cercare di farli percepire lontani dal popolo, è inaccettabile, quando casomai è proprio una certa classe politica ad essere staccata dalla realtà».

«Il presuntuoso Ciambetti, che dà degli ignoranti ai capitani d'azienda sopra citati, - ha poi proseguito Flavio Tosi - dovrebbe invece rispettare l'opinione di persone intelligenti, competenti e preparate: è davvero poco democratico cercare di ridicolizzare qualcuno, solo perché ha un’opinione diversa dalla nostra. E che il referendum del 22 sia solo consultivo, ovvero una specie di grande sondaggio dal costo di 14 milioni più 2 per la propaganda, andrebbe onestamente riconosciuto: è giusto sostenere il "Sì", ma non si racconti ai veneti che diventeremo come il Trentino Alto Adige, come ha avuto l'onestà intellettuale di confermare Giancarlo Giorgetti, Vicesegretario Federale della Lega, dal quale Ciambetti dovrebbe prendere esempio».

Anche D'Alema critico sul Referendum: "Inutile e caro"

Sempre in tema di Referendum per l'Autonomia voluto il 22 ottobre da Veneto e Lombardia, è intervenuto anche l'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema definendolo "inutile e caro". Una posizione non da tutti condivisa nell'area del centrosinistra che vede ad esempio il Partito democratico stesso diviso al suo interno, se si considerano le posizioni contrarie di un D'Arienzo ad esempio, e quelle favorevoli al voto di Beppe Sala, sindaco di Milano, o di Del Bono, primo cittadino di Brescia.

«È certo meno dannoso di quello della Catalogna - ha quindi aggiunto D'Alema - solo che si buttano via 40 milioni di euro per tenere una manifestazione propagandistica della Lega Nord a spese dei contribuenti. Dato che tratta di una manifestazione di propaganda - ha poi concluso il presidente della Foundation for European Progressive Studies (Feps) - la Lega dovrebbe finanziarlo con i suoi mezzi».