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Politica Centro storico / Piazza Bra

Tosi minaccia di liquidare Fondazione Arena. M5S, PD e sindacati contrariati

Le sigle sindacali non vogliono che sia messo in dubbio il loro senso di responsabilità. Per il Partito Democratico, Tosi pensa solo a tagliare. Disgustati i grillini

Prima il bando per coprire l'Arena, con le inevitabili reazioni politiche e sindacali, poi il tentativo di strappo sulle trattative per il risanamento di Fondazione Arena. Il sindaco Tosi è stato perentorio: o si trova presto un accordo o si chiude la Fondazione, i lavoratori vanno a casa e la stagione lirica la organizza direttamente il Comune. Parole commentate subito da una contrariata Lega Nord e non solo.

Dire che i sindacati sono stupiti dalle parole di Tosi è dire poco, ma Cgil, Cisl, Uil e Cisal vogliono continuare il confronto con la dirigenza con responsabilità. Se le trattative sulla riduzione dell'organico prevista dalla legge Bray procedono a rilento, non è colpa dei sindacati. Le sigle sindacali non si sentono responsabili, hanno ribadito di aver affrontato questa vertenza con responsabilità e chiedono che si parli anche del rilancio della Fondazione, perché finora si è parlato solo di tagli.

E oltre alla Lega Nord, anche altre forze politiche hanno commentato l'aut aut del sindaco Tosi. Il Partito Democratico parla di un sindaco sull'orlo di una crisi di nervi. Scrivono Michele Bertucco ed Eugenio Bertolotti: "Se realmente il sindaco ha a cuore l'indotto economico del festival dovrebbe cercare di non perdere la testa ogni due minuti ma condurre con maggiore accortezza ed onestà intellettuale la trattativa in corso con i lavoratori, il cui successo, lo ricordiamo, è requisito per accedere ai benefici previsti dalla Legge Bray a cui il Consiglio di Indirizzo ha deciso di aderire".

Per i due consiglieri PD, quando ha lanciato il suo ultimatum, Tosi "ha omesso di dire che la presunta condivisione del Consiglio di indirizzo rispetto a questa sua posizione estrema si è manifestata all'unanimità dei presenti, ma mancava il rappresentante del Ministero. In secondo luogo il Sindaco ha taciuto anche il fatto che il Consiglio di Indirizzo ha rimandato l'approvazione del bilancio di previsione da cui, come è noto, dipende l'erogazione dei finanziamenti statali previsti dal Fus. In terzo luogo è innegabile che il Piano Tartarotti affronti la crisi unicamente dal punto di vista della riduzione del costo del lavoro senza nemmeno sfiorare il tema del rilancio artistico e culturale e senza mai mettere in discussione gli errori del passato".

Disgustato dalle parole di Tosi è invece il M5S di Verona, con il capogruppo grillino Gianni Benciolini che scrive: "Tosi dimentica che non sono addebitabili ai dipendenti le strategie suicide che hanno condotto l’ente al dissesto. Tosi dimentica che l’adozione del provvedimento amministrativo con il quale si apre la liquidazione coatta è condizionato alla proposta ed parere del Ministero dei beni culturali, cui è affidato il compito di vigilare sull’attività delle Fondazioni. Il Ministero dovrà vagliare le ragioni di richiesta della liquidazione coatta, e quindi non potranno che emergere le reali responsabilità del dissesto finanziario, di cui l’attuale Amministrazione è responsabile. La mossa della disperazione di Tosi per intimorire i dipendenti dell’Ente è la prova del fallimento di un sistema di gestione amatoriale". 

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