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L'assessore Rando passa alla Lega, PD: «Sosterrà il nuovo stadio?»

Nella Lega non sembra unanime l'appoggio al progetto, ma l'assessore ha confermato il suo sostegno pur chiedendo garanzie sulla sostenibilità economica del progetto e sull'impatto che avrà sul quartiere

C'è stato un cambio di casacca all'interno della giunta comunale di Verona. L'assessore allo sport Filippo Rando è passato alla Lega e il cambiamento potrebbe essere anche innocuo se non fosse per un'uscita pubblica fatta il mese scorso da Vito Comencini. Il deputato e consigliere comunale leghista aveva messo in discussione il progetto del nuovo stadio che dovrebbe sorgere al posto del Bentegodi. Le esternazioni di Comencini hanno mostrato che il nuovo stadio non viene sostenuto in modo unanime dalla Lega.
E quindi Rando cosa farà? L'interrogativo lo hanno posto il consigliere comunale del Partito Democratico Federico Benini e Riccardo Olivieri, anche lui del PD in terza circoscrizione. «L'assessore che ha il compito di seguire lo stadio è entrato nel partito della maggioranza più scettico verso il progetto - scrivono Benini e Olivieri - Sarà interessante capire come si muoverà ora».

E un chiarimento è giunto sia da Rando che da tutta la Lega. L'assessore e il suo nuovo partito hanno confermato il loro appoggio al nuovo stadio, ma hanno chiesto garanzie sulla sostenibilità economica del progetto e sull'impatto che il nuovo stadio avrà sul quartiere. Inoltre, è stato proposto di evitare la costruzione di uno stadio provvisorio.

Ma al di là delle richieste della Lega, il nuovo stadio potrebbe davvero non vedere la luce. Oppure potrebbero non concretizzarsi la riorganizzazione degli ingressi nella Casa di Giulietta ed altri progetti su cui l'amministrazione comunale di Verona ha puntato. Il problema, per il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco è la litigiosità all'interno della maggioranza. «Il ruolo del sindaco Sboarina assomiglia sempre di più a quello del premier Conte, che deve passare la maggior parte del suo tempo a tenere a bada la maggioranza. A dare la linea all'amministrazione è ora Gasparato di Verona Domani, ora la Lega di Zavarise. Dal basso dei suoi due consiglieri, a Verona Domani basta comunque qualche "raffreddore strategico" per metter in crisi l'amministrazione che in consiglio fa sempre più fatica a garantire il numero legale».

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