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Tosi e Bertucco voci critiche all'unisono dopo il primo Consiglio dell'epoca Sboarina

L'attuale sindaco di Verona Federico Sboarina con la prima seduta del nuovo Consiglio comunale è riuscito in un mezzo miracolo: mettere d'accordo Flavio Tosi e Michele Bertucco

Si è dunque svolto il primo Consiglio comunale dell'epoca Sboarina, l'epoca del cambiamento secondo i proclami della vigilia, quella delle contraddizioni patenti secondo l'ex sindaco Flavio Tosi. Seduto tra i banchi dell'opposizione il capogruppo della lista che porta il suo nome ha infatti assistito alla composizione ufficiale di quella che non esista a definire "una grande ammucchiata, più che una maggioranza".

Al centro delle critiche di Tosi rivolte alla nuova Giunta comunale vi sono una serie di scelte giudicate politicamente forzate, dettate più dall'opportunità (è l'altra faccia della medaglia del celebre "uniti si vince"), che non effettivamente da una reale comunione d'intenti.

“Nel corso della prima seduta del Consiglio comunale - esordisce Flavio Tosi - si è assistito a varie cose: le elenco, nell'ordine. Elezione del Presidente del Consiglio espressione di Fratelli d'Italia (Ciro Maschio ndr), con i leghisti rimasti ostentatamente a sedere durante l'esecuzione dell'Inno di Mameli: secessionisti e nazionalisti coerentemente insieme. La maggioranza che sotto la guida del duo Casali - Gasparato (col primo che dovrebbe dare del traditore al secondo per aver sostenuto il SI al Referendum Costituzionale, ma lo stesso Casali è stato eletto in Regione coi voti della Lista Tosi e di Ncd...) inciucia coi grillini e sposta dieci voti (su 23!) per far eleggere come Vicepresidente di minoranza un esponente dei Cinque Stelle (Alessandro Gennari ndr), così Salvini sarà contento".

Tosi ne ha anche per il suo successore ovviamente, quel Federico Sboarina che in passato aveva fatto parte della sua prima Amministrazione, con tanto di assessorato, e che della "discontinuità" verso le politiche tosiane ha poi invece fatto il suo cavallo di battaglia (vincente) alle appena trascorse elezioni amministrative. "Infine il Sindaco comunica la composizione della sua Giunta, - prosegue nella sua sarcastica disamina il segretario di Fare! - con lui stesso ed otto assessori su dieci che in passato erano legati alle Amministrazioni Tosi: la tanto proclamata discontinuità...Il Vicesindaco Eurodeputato, vice di Salvini (Lorenzo Fontana ndr), il quale vuole portare Verona in Europa e l'Italia fuori dall'Europa! Infine il super assessore ai Servizi Sociali ed all'Istruzione che riuscirà a fare contemporaneamente il Senatore a Roma. Che dire, più che una maggioranza sembra un’ammucchiata. Se il buongiorno si vede dal mattino, mala tempora currunt...”.

Eppure, al di là di come la si pensi, almeno una cosa buona il sindaco Sboarina è riuscito sicuramente a farla, mettere d'accordo i due nemici più accaniti di sempre che la politica veronese possa ricordare negli ultimi due decenni almeno: Flavio Tosi, appunto, e Michele Bertucco. Sì perché anche il giudizio di quest'ultimo su quanto avvenuto ieri in aula a Palazzo Barbieri è decisamente negativo, e assomiglia non poco a quello dell'ex sindaco scaligero: "Finita la campagna elettorale e finite le promesse elettorali. Delle tante promesse poche sembrano essere mantenute. - sentenzia netto il consigliere Michele Bertucco - L'allora candidato sindaco aveva dichiarato che nella giunta e nelle aziende avrebbe spazzato via i metodi tosiani e dato spazio a competenza e merito. La giunta comunale che è nata e che ieri il sindaco ha presentato al consiglio comunale non sembra (se non per poche figure) avere quelle caratteristiche. Si tratta in gran parte di assessori figli delle scelte dei capicorrente del centrodestra, una giunta molto lontana dai discorsi di merito, competenza e professionalità ascoltati da Sboarina in campagna elettorale".

Anche su quanto avverrà per nomine nelle partecipate il capogruppo di Verona e Sinistra in Comune appare piuttosto scettico: "La raffica di dimissioni in consiglio comunale anticipa che poco cambierà anche nelle aziende partecipate, dove non saranno i curricula a fare differenza ma la fedeltà politica alle varie aree del centrodestra. Ed è evidente - conclude quindi Bertucco - che rimarrà inascoltato l’appello firmato da alcuni professionisti veronesi che proprio ieri hanno chiesto al sindaco Sboarina di cambiare metodo nelle nomine nelle aziende anteponendo trasparenza e merito. Se questo è l’inizio…", mala tempora currunt...direbbe Flavio Tosi.

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