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Pfas, la raccomandazione a donne incinte: «Non bere acqua del rubinetto»

Approvata la mozione della consigliera Guarda che impegna la Regione Veneto a realizzare una campagna informativa sui rischi per la salute connessi alle sostanze perfluoroalchiliche

Martedì scorso, 20 giugno, è stata approvata all'unanimità dal consiglio regionale del Veneto la mozione con cui si chiedono di attivare gli strumenti necessari a garantire la prevenzione dalla contaminazione da Pfas a tutela di neonati e donne incinte.

La mozione è stata presentata dalla consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda e contiene la raccomandazione alle mamme delle zone coinvolte dall'inquinamento da Pfas a non utilizzare l'acqua del rubinetto per scopi alimentari. Inoltre, l'approvazione del consiglio regionale impegna la Regione a realizzare una costante campagna informativa sui rischi per la salute connessi alle sostanze perfluoroalchiliche e a garantire alle donne che subiscono la contaminazione il diritto a pianificare la gravidanza, attraverso un arruolamento dedicato in un formale protocollo di sperimentazione clinica volto a favorire la possibilità di abbattere i Pfas presenti nei loro organismi.

«Anni di lavoro hanno condotto alla maturazione di una conoscenza e sensibilità condivisa sui rischi della contaminazione da Pfas - ha commentato Guarda - Pericoli che non riguardano solo gli adulti che entrano a contatto con queste sostanze, ma soprattutto i nascituri, vista l’elevata probabilità di contrarre patologie che comportano anche anomalie al sistema nervoso e difetti congeniti al cuore, come dimostrato da alcune ricerche. È importante ricordare che nel processo da inquinamento da Pfas attualmente pendente a Vicenza sia stato evidenziato un aumento di diabete gestazionale e la nascita di bambini con basso peso corporeo nella zona più colpita dell'inquinamento da Pfas».

Cristina Guarda ha inoltre accolto due richieste di modifica, togliendo riferimenti a rimborsi economici alle famiglie che devono acquistare acqua in bottiglia per limitare l'esposizione. «L’ho fatto poiché ritengo che l’apertura da parte dei colleghi in consiglio sia un segnale di maggiore coscienza e responsabilità, anche a livello personale, necessari alla realizzazione di quanto proposto con questa mozione - ha concluso Guarda - Abbiamo fatto un piccolo ma importante passo avanti dl punto di vista politico, ora però devono conseguire quelle giuste azioni che da anni cittadini e comitati attendono».

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