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Pedemontana, Zaia: "Niente addizionale Irpef". Ma le opposizioni attaccano

L'annuncio del Presidente della Regione ha dato il via ad una serie di polemiche, partendo dalla senatrice del Pd Laura Puppato, passando per la tosiana Giovanna Negro ed infine arrivando al pentastellato Jacopo Berti

Non ci sarà bisogno di introdurre l’addizionale Irpef per completare la Superstrada Pedemontana Veneta. Lo ha annunciato stamane il presidente della Regione Luca Zaia subito dopo la seduta della Giunta, nel corso della quale è stato approvato lo schema di contratto che sarà firmato con la concessionaria SIS dopo che lo stesso sarà visionato dall’Anac, l’Autorità nazionale Anticorruzione e dalla Corte dei Conti, “perché – ha sottolineato – vogliamo che tutto sia trasparente, alla luce del sole, perché non abbiamo nulla da nascondere, perché siamo convinti di aver compiuto un atto di buona amministrazione. Noi abbiamo fatto il nostro dovere”.

La più grande opera pubblica in costruzione in Italia – ha più volte sottolineato il Governatore – potrà essere conclusa entro i prossimi tre anni, grazie alla soluzione che è stata individuata e che è frutto dell’ottimo lavoro svolto dalla task force costituita all’inizio di quest’anno, composta da tecnici dell’amministrazione e vari esperti giuridici che hanno indicato la strada da seguire nell’interesse del veneto e dei veneti. Ma abbiamo fatto tesoro anche delle proposte e dei suggerimenti intelligenti e responsabili che ci sono pervenuti dal Consiglio regionale, che volutamente abbiamo coinvolto in questa operazione che è sicuramente tra quelle fondamentali di questa legislatura”.

“Eravamo stati chiari, al momento di prospettare la possibilità di introdurre l’addizionale Irpef, che si trattava di un’ipotesi assolutamente precauzionale – ha precisato il presidente veneto –, un atteggiamento prudente che le polemiche gratuite hanno oscurato. Ma oggi siamo arrivati alla conclusione di una trattativa iniziata mesi fa che evita l’introduzione di una tassa che, comunque, avrebbero dovuto pagare soltanto il 20 per cento dei veneti”.

Solo un lazzarone può affermare che abbiamo fatto marcia indietro – ha aggiunto il Governatore – perché basta andare a rileggere il provvedimento dello scorso marzo e riascoltarsi il mio intervento in Consiglio regionale quando lo abbiamo presentato: ho detto chiaramente che il mutuo di 300 milioni che serve per il closing era ‘prudenziale’ e che fino alla fine dell’anno gli scenari avrebbero potuto cambiare. Ed è quello che è successo”.

Il meccanismo che ha consentito di scongiurare l’introduzione dell’Irpef si basa sull’approfondimento di alcuni aspetti legati alla fiscalità del progetto e dell’intero bilancio regionale, che hanno consentito lo sdoppiamento del mutuo trentennale che la Regione contrarrà con la Cassa Depositi e Prestiti e che sarà acquisito in due tranche, una di 140 milioni nel 2018 e una di 160 milioni nel 2019. In tal modo la Regione opererà all’interno della propria capacità di indebitamento annuale, non necessiterà di provviste in entrata e rispetterà le condizioni imposte dal fiscal compact.

Anche la questione relativa all’Iva è stata definita, grazie, ha sottolineato il Governatore, “a una proficua interlocuzione con l’Agenzia delle Entrate”. L’imposta sarà del 22% sia per quanto riguarda il canone di disponibilità sia i ricavi da pedaggio. Per quanto riguarda il pedaggio, l’Iva sulle tariffe per chilometro dichiarate fin dall’inizio non sarà a carico dell’utente.

“Oltre che all’ANAC e alla Corte dei Conti, con le quali stiamo ragionando da tempo su questi temi – ha concluso il Governatore –, notificheremo il provvedimento a tutte le Istituzioni interessate, in una logica di collaborazione e cortesia istituzionale, con l’auspicio di poter firmare il contratto con l’azienda concessionaria prima della consueta pausa estiva”.

“Mettere l’addizionale per poi toglierla mi ricorda tanto Zaia stile 2015, quando prima delle elezioni elargiva mance in bilancio, salvo poi rimuoverle a voto acquisito. Ora il nostro Governatore si presenta come eroe dei due mondi, ma l’addizionale Irpef chi l’aveva introdotta se non lui?”. Se lo chiede Laura Puppato, senatrice PD.
“Eviterei i toni trionfalistici, il denaro arriva sempre dalle tasche dei Veneti e nel gioco dei vasi comunicanti qualcun altro non avrà ciò che si attendeva, ora che si avvicinano le elezioni politiche, il denaro si trova...e stiamo comunque parlando di 300 milioni a fronte di un rischio debitorio di 12 miliardi di euro. Il pagliaio brucia e Luca Zaia ci mostra radioso l’ago che ha trovato, ma tutte le criticità della SPV restano intatte, come evidenziate dai 13 quesiti della Corte dei Conti, nessuno dei quali riguarda l’addizionale Irpef - ha continuato Puppato - è ovvio quindi che il nostro Governatore tenta con un fumogeno di confondere le immagini. Ma, per quanto riguarda il danno ambientale, le opere complementari, la non-bancabilità dell’opera nonché il cambio del project in corso con un debito per le generazioni future pazzesco e che produrrà ricorsi da parte delle aziende escluse, l'esplosione dei costi e i ritardi nella consegna, nulla si dice, nulla cambia”.
Con i soldi già spesi fin qui avremo già potuto avere un’arteria perfettamente funzionante, ci troviamo invece con un groviera di cantieri fermi e una spada di Damocle da 12 miliardi che ci pende sulla testa, gioire per l’addizionale Irpef mi sembra davvero un esercizio sterile, visto che comunque quei soldi usciranno da un altro capitolo del bilancio del Veneto, gira che ti rigira, dunque sempre dalle stesse tasche” ha concluso.

Ma la senatrice del Partito Democratico non è la sola a non vedere di buon occhio l'annuncio di Luca Zaia. 

"Come mai dopo averla proposta ed approvata in Giunta , in commissione ed in consiglio Regionale, adesso il presidente Luca Zaia comunica di voler togliere l’addizionale Irpef per finanziare la Pedemontana? L’annuncio ha il sapore dello spot elettorale”. Lo dice in una nota la consigliera regionale di Veneto del Fare Giovanna Negro.
"Siamo al cinema Pedemontana – prosegue Negro – solo pochi giorni fa la Corte dei Conti ha inviato alla Regione un duro documento in cui si mette in guardia contro il profilarsi di un futuro possibile danno erariale. I magistrati contabili tra le tante criticità hanno evidenziato soprattutto il previsto aumento del contributo pubblico e l’introduzione del canone di disponibilità a favore di Sis, con conseguente spostamento a carico della Regione del rischio legato all’incasso dei pedaggi per tutti i 39 anni della la durata della concessione, in questo caso cambiando i presupposti la Regione dovrebbe rimettere in gara il project, se non è un bluf, proponiamo che giunta, commissione e consiglio regionale approvino prima delle elezioni comunali la legge che cancella l’aumento dell’addizionale Irpef regionale”.

Anche il capogruppo  del Movimento 5 Stelle veneto, Jacopo Berti, è intervenuto sull'argomento: "Mi chiedo, e non sono solo io a farlo dato che anche qualche esponente della maggioranza è rimasto perplesso perché Zaia non ci abbia detto subito che era in corso una trattativa con Sis per arrivare a questo risultato. È venuto in consiglio il 7 marzo a farci una lezioncina con tanto di slide sapendo benissimo che ci stava raccontando solo una parte di tutta la faccenda.
Il presidente della Regione continua a mancare di rispetto al consiglio regionale – continua Berti – venendo a raccontarci mezze verità, cose in via di definizione e progetti senza scoprire le carte. Il problema è che in questo modo manca di rispetto anche ai milioni di veneti che vorrebbero sapere come stanno davvero le cose. Vorrei capire – conclude Berti – quante altre vicende il governatore nasconde nella sua manica in attesa di poterle giocare quando gli pare, e quante altre sorprese dobbiamo aspettarci da qui ai prossimi mesi. Per non parlare del fatto che continuano a sussistere tutte le opacità sul progetto e tutte le critiche sulla sproporzione nel rapporto fra costruttore e Regione. Su questi dettagli non credo che Zaia abbia una mossa a sorpresa da sfoderare". 

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