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Politica San Michele / Via Antonio Cernisone

PD: "Il Comune si occupi del parco dell'ex Villa Pollini e di via Cernisone"

Stefano Vallani e Carlo Pozzerle sollevano due problemi della zona di San Michele. Il parco è pubblico, ma non è fruibile, mentre le case in via Cernisone sono completate solo quando si trovano i compratori

Il Comune di Verona renda fruibile il parco dell'ex Villa Pollini e affronti il problema delle case da ultimare di via Cernisone.

Le richieste sono state formulate da due rappresentanti del Partito Democratico di Verona, il consigliere comunale Stefano Vallani e il consigliere in settima circoscrizione Carlo Pozzerle.

La prima istanza riguarda la parte pubblica del parco della Villa Nichesola-Pollini in via Monte Tesoro. Si tratta di circa 3mila metri quadrati di verde di proprietà comunale e quindi pubblici. 

Molti anni fa, nell'ambito delle allora nuove lottizzazioni, una porzione del parco è stata ceduta al Comune come standard urbanistico, ma poi, per svariate ragioni, l'effettiva presa in carico da parte del Comune non venne mai fatta - spiegano i due consiglieri PD - Attualmente il parco, con la presenza di molti alberi e quindi ampie zone di ombra, è chiuso da un cancello e da un muro di cinta che di fatto ne impediscono l'utilizzo. Questa area verde, oltre che essere comunale rappresenterebbe un ulteriore posto fruibile soprattutto per una parte del quartiere di San Michele dove non ci sono giardini pubblici accessibili. Con proposte di emendamento al bilancio, il Partito Democratico si è fatto carico lo scorso gennaio di chiedere all'amministrazione comunale di aprire ai cittadini l'area verde e prima ancora di mettere a disposizione le somme necessarie alla sua sistemazione con panchine, giochi e illuminazione.

Vallani e Pozzerle ripropongono poi il problema della abitazioni di via Cernisone, le quali vengono completate solo quando vengono trovati i compratori.

Si tratta di un'operazione commerciale ingiusta nei confronti del quartiere e della collettività che da decenni subiscono il degrado di una cantiere perennemente aperto - riferiscono i due dem - Inoltre gli scheletri delle case possono rappresentare rifugio per sbandati e senza fossa dimora, con conseguenti possibili costi a carico dell'amministrazione per i controlli e interventi. Dal momento che tale situazione non è determinata da problemi finanziari dell'impresa ma da una strategia commerciale al confine delle regole, chiediamo all'amministrazione un provvedimento in autotutela per obbligare la proprietà a terminare i lavori e mettere a mercato le abitazioni.

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