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Il Pd ha deciso di non decidere per gli elettori: "Andate a votare con libertà di scelta"

Nessuna indicazione di voto esplicita, ma dall'assemblea democratica emerge chiara la distanza con il fronte della Lega Nord di Salvini che a Verona appoggia il candidato Sboarina

"Il Partito Democratico ha lavorato negli ultimi anni ed ancora durante tutta la campagna elettorale su una linea politica alternativa sia al binomio Sboarina/Fontana che Bisinella/Tosi. Siamo stati sconfitti e la città ha confermato una tendenza a premiare le forze politiche di destra e di centrodestra". È questo il dato di partenza della conferenza stampa svoltasi questa mattina per presentare la posizione ufficiale del partito, racchiusa in un documento approvato dall'assemblea cittadina e dalla direzione provinciale del Pd, in vista del ballottaggio del 25 giugno. Ma le buone intenzioni sono state tradite, una sconfitta bruciante perché arrivata sul filo del rasoio rende vano ogni discorso circa quel che avrebbe potuto essere.

Ora la sfida vera riguarda proprio quel binomio, ugualmente osteggiato nelle parole degli esponenti della direzione Pd, ma è comunque tra Bisinella e Sboarina che ormai si tratta appunto di dover scegliere. E l'indicazione, anche in questo caso dopo quella fornita dalla lista Verona Civica, è di andare a votare con piena libertà di scelta. "La prima reazione per molti è stata quella di rifiutare il voto, di non partecipare al ballottaggio, diciamo un invito al lago o alla montagna. - si legge nel documento finale dell'assemblea democratica - La delusione cocente fa aumentare l’istinto di dire ai veronesi noi ci chiamiamo fuori, la scelta del 25 giugno è affare che non ci riguarda. Da anni cerchiamo di combattere l'astensionismo, il non voto. Da anni rivendichiamo il dovere e il diritto di andare a votare. Questa la nostra concezione di democrazia e di partecipazione. Il voto è una conquista civile che va sempre rivendicata e praticata. Nessuno dei due contendenti può essere considerato il nostro Sindaco ma uno dei due sarà il Sindaco di Verona e questo ci riguarda!".

Il Partito Democratico dunque esclude ufficialmente ogni apparentamento e ogni accordo elettorale con Patrizia Bisinella e, men che meno, con Federico Sboarina. Parimenti non viene data nessuna indicazione di voto esplicita, e tuttavia indirettamente un messaggio piuttosto chiaro all'elettorato viene comunque spedito. Il Partito Democratico di Verona, infatti, "rivendica ogni estraneità ad una visione antieuropea, xenofoba, escludente, refrattaria alla spinta riformatrice del Paese, che solleva le paure anziché risolvere i problemi, interpretata da forze politiche come la Lega di Salvini, che cerca un ulteriore feudo alla Lega in Veneto".

È la legge del male minore? Forse, è la legge del "fare quello che conviene"? Impossibile dirlo. È la legge di chi ha perso, questo sì, e che non vede alternativa se non quella, quasi velleitaria nella sua forma di resistenza estrema, di non recarsi al seggio per abbassare la percentuale dell'affluenza e delegittimare il nuovo sindaco chiunque sia, o ancora la decisione di votare annullando la propria scheda. Ma appunto il Partito Democratico non si riconosce ufficialmente in tali posizioni e quindi "invita ad esercitare il proprio diritto/dovere di voto, con libertà di scelta".

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