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Presunti sprechi in Confservizi, Bertucco e PD chiedono chiarezza

Della vicenda, che sembra aver interessato anche la guardia di finanza, a Verona si parla poco. Ad accendere un faro, ci provano i consiglieri democratici e quello di Verona e Sinistra in Comune

Nata nel 1972, associando aziende di gestione dei servizi per promuoverne lo sviluppo, Confservizi Veneto sta vivendo un periodo molto difficile. Il bilancio è in rosso, il consiglio direttivo perde pezzi ed il presidente (il veronese Massimo Bettarello) ha prima presentato e poi ritirato le proprie dimissioni. C'è poi la grana del licenziamento del direttore Nicola Mazzonetto e su tutto vuole vederci chiaro anche la guardia di finanza.
Problemi che sembrano interessare poco il territorio veronese, ma Verona e Sinistra in Comune e il Partito Democratico cercano di alzare l'attenzione sulla vicenda. 

Confervizi, società nata per facilitare la vita alle aziende pubbliche venete, si sta dimostrando una sorta di zavorra, con situazioni di cattiva gestione e una vicenda di spese pazze e rosso in bilancio che ha già portato al licenziamento dello storico direttore generale Nicola Mazzonetto, il quale, andandosene, ha puntato l'indice anche contro il presidente Massimo Bettarello, che è anche alla guida della società Atv - ha dichiarato il consigliere comunale Michele Bertucco - È necessario far chiarezza su queste notizie che stanno circolando in maniera incontrollata. Il sottoscritto ha ricevuto ad esempio una lettera anonima dove vengono evidenziati anche altri aspetti della vicenda, la cui veridicità è ovviamente tutta da verificare. Ricordo infine che Confservizi ha svolto anche le selezioni per il nuovo direttore generale di Solori, una vicenda pasticciata, dalla quale sono emerse irregolarità e grossolani errori nella fase di valutazione.

I consiglieri comunali del PD Federico Benini ed Elisa La Paglia, il segretario provinciale Maurizio Facincani e quello comunale Luigi Ugoli hanno sottolineato il silenzio su questa vicenda dell'amministrazione comunale di Verona. «Eppure in gioco ci sono anche i soldi dei cittadini-utenti di Verona, non solo perché presidente di Confservizi è Massimo Bettarello, presidente di Atv, ma anche e soprattutto perché l'associazione risulta partecipata da ben sei aziende veronesi: Agsm, Atv, Amt, Serit, Consorzio Bacino Verona 2, Parcheggio Ponte Aleardi Srl, e nel board direttivo risultano sedere anche il presidente Agsm Finocchiaro e il presidente Amt Barini. La riferita uscita di Amia dal consorzio non dovrebbe sorprendere più di tanto, dal momento che all'interno c'è già la capogruppo Agsm. Sorprende piuttosto la permanenza dell'onnipresente Serit che è una controllata di terzo livello del gruppo Agsm. Le notizie di sprechi che si avvicendano dal 4 dicembre sono dunque anche affare nostro. Come PD, chiediamo all’amministrazione comunale di riferire sulla vicenda, convocare una commissione consiliare urgente, e di predisporre un dossier che analizzi costi e benefici della partecipazione delle aziende veronesi alle quali vanno forniti gli opportuni indirizzi. Che cosa fa, in concreto, questa scatola, oltre che, stando alle accuse, mandare il personale direttivo in giro per il mondo in viaggi apparentemente infruttuosi? Ricordiamo che nel gennaio 2018 venne presentata in pompa magna una app che prometteva niente di meno che l’unificazione dei sistemi di trasporto pubblico veneti. La stessa fu però scartata in quanto inutile dalle stesse società associate. Intanto il trasporto pubblico veronese è nel pieno di una delicata vertenza sindacale e salariale con gli autisti dei bus, nonché alla vigilia di una gara spezzatino che potrebbe comprometterne il futuro».

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