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Nuovo statuto regionale, scintille tra Zaia e De Poli

Il centrista accusa il ministro di "plagio" sulla funzione del cristianesimo

Zaia vuole mettere un riferimento alla cristianità nello statuto regionale, De Poli sostiene che ha copiato da lui. Botta e risposta tra Zaia e De Poli, sulle radici cristiane da inserire nel prossimo statuto del Veneto, dal primo giorno di campagna al centro dell'attenzione del candidato-ministro della Lega.

"Ho bene in mente il dibattito che si è sviluppato in Europa e che ha impedito agli eurocrati di esplicitare le origini cristiane del nostro continente. Così non accadrà per il Veneto. Ne sono assolutamente certo" ha detto Zaia, che ha poi invitato il centrosinistra "ad un confronto serrato, che ci porti però a definire nel nostro statuto, in modo condiviso le origini giudaico cristiane del popolo veneto".

''Siamo tutti figli – ha concluso - di quella grande Repubblica che fu la Serenissima. In essa convivevano genti e territori diversi e, fra loro, la struttura connettiva proprio il cristianesimo. Cio' non impedi' l'autonomia della vita politica e civile".

Una proposta che non sarebbe però una novità per Palazzo Balbi: "Fa piacere vedere che Zaia riprende una proposta che l'Udc presentò in Consiglio Regionale" ha detto il candidato governatore dell'Udc Antonio De Poli. "L'accoglienza, l'apertura verso il prossimo, la non discriminazione e la ricerca della salvaguardia dell'uguaglianza sono le basi delle nostre radici cristiane, principi che hanno fatto grande la nostra regione e che dobbiamo impegnarci a difendere. Mi auguro" ha concluso De poli "che i buoni propositi dichiarati in campagna elettorale si dimostrino reali e non solo vuoti spot."

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