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Mozione Zelger e 194, Sboarina: "Sono di destra e contro l'aborto, ma rispetto la legge"

Il sindaco: "Solo strumentalizzazioni o malafede. La mozione non è contro la 194, ma aumenta la libertà delle donne". Gennari lo attacca: "I soldi di tutti i cittadini vengono regalati a fondazioni private cattoliche. Perché non si dona ad esempio ai consultori pubblici?"

Dopo le polemiche suscitate dall'approvazione, 21 voti favorevoli e 6 contrari, della mozione 434 in Consiglio comunale a Verona, proposta dal primo firmatario Alberto Zelger della Lega, ma votata anche dalla capogruppo Pd Carla Padovani, non senza strascichi e conseguente richiesta di sue dimissioni, a parlare è stato in queste ultime ore il primo cittadino scaligero Federico Sboarina. La linea del sindaco è stata quella di manifestare il suo stupore dinanzi al clamore suscitato su tutti i media nazionali, oltre che locali, seguito all'esito finale della votazione sulla mozione denominata "Iniziative per la prevenzione dell'aborto e il sostegno alla maternità nel 40° anniversario della Legge 194/1978"

«È una enorme strumentalizzazione, - ha dichiarato Sboarina - che tra l’altro non capisco a chi giovi visto che il centrosinistra ne esce diviso. Tutti quelli che hanno parlato della mozione approvata giovedì in Consiglio comunale, o non sanno leggere o non l’hanno letta o sono in malafede. Personalmente, propendo per quest’ultima visto che il documento parla d’altro». Fermiamoci un secondo: il sindaco parla di «strumentalizzazione», ma poi si chiede a chi giova, dato che il Pd ne esce a pezzi? Risposta che suggeriamo: forse non è in atto nessuna «strumentalizzazione», per l'appunto, ma l'emergere di un conflitto politico, rispettabile da una parte come dall'altra, su un tema etico, all'interno del Partito democratico veronese, e forse non solo.

Il sindaco di Verona però poi aggiunge un'altra cosa, sostenendo che chi ha contestato l'approvazione della mozione 434, «o non l'ha letta» (espressione retorica), oppure «è in malafede». Domanda: ma cosa vorrebbe dire «essere in malafede» dinanzi alla votazione di una mozione, o al suo commento post-approvazione? Ciascuno avrà ben diritto di esprimere le proprie convinzioni politiche su temi etici, senza essere additato di «essere in malafede», in fondo esercitando semplicemente il proprio diritto alla "libertà d'espressione", oppure no? Ad ogni modo, il primo cittadino di Verona Federico Sboarina, ha affermato di propendere per la sua seconda ipotesi, vale a dire quella della «malafede», poiché, ha spiegato sempre il sindaco, «il documento parla d'altro».

E di che cosa parlerebbe ordunque la mozione 434 approvata a Palazzo Barbieri e che reca come titolo "Iniziative per la prevenzione dell'aborto e il sostegno alla maternità nel 40° anniversario della Legge 194/1978"? Risposta perentoria del sindaco Sboarina: «Non di abolire la 194, che è una legge dello Stato e va applicata. Non di limitare la libertà delle donne su un tema tanto delicato e una decisione tanto difficile». Altra pausa di riflessione: dunque il proponente consigliere della Lega Alberto Zelger ha, possiamo supporre (espressione retorica), quantomeno, sbagliato il titolo della mozione? Perché, ammettiamolo suvvia, intitolare una mozione "Iniziative per la prevenzione dell'aborto..." e, contemporaneamente, fare riferimento a quella legge che 40 anni fa per la prima volta in Italia attribuiva un nuovo diritto alle donne, quello per l'appunto di abortire, non sarà forse dichiarare che si vuole abolire la legge 194, ma nemmeno suona come una sua strenua difesa. Andiamo anche al contenuto della stessa mozione: a costo di sentirci dare degli "analfabeti" che non sanno leggere, ma non pare affatto di scorgere un elogio della legge 194 nemmeno all'interno del testo della mozione Zelger, alla quale legge vengono attribuiti, in modo peraltro piuttosto arbitrario, cose tremende come l'aver «contribuito ad aumentare il ricorso all'aborto quale strumento contraccettivo», senza «debellare gli aborti clandestini».  A tal riguardo vale la pena citare le nuove esternazioni pubbliche del proponente la mozione 434: «L'aborto non è un diritto, è un abominevole delitto. Il mio esempio è la Russia di Putin, dove gli aborti sono scesi da quattro milioni l'anno a due con sussidi alla maternità - ha dichiarato in queste ore a La Zanzara, su Radio 24, lo stesso Alberto Zelger - Fosse per me, la legge sull'aborto, la 194, non dovrebbe esistere. Sono contrario all'aborto, - ha quindi aggiunto Zelger - del tutto in linea con la posizione del ministro Fontana. Significa uccidere un bambino nella pancia della mamma».

Quale sarebbe, invece, secondo il sindaco la vera ratio della mozione Zelger proposta e votata in Consiglio a Verona? «È per aumentare la libertà delle donne, - ha spiegato Sboarina - come sta scritto negli articoli 1-2-5 della legge (la legge 194 ndr), che è stata votata la mozione. Il Consiglio chiede infatti alla Giunta di reperire fondi per alcune associazioni che lavorano per dare applicazione a questi articoli, e cioè per aiutare le donne a superare le cause magari anche economiche che potrebbero indurre all’interruzione di gravidanza. A Verona e in tutta Italia ci sono molte realtà impegnate in questo senso, che lavorano nel solco tracciato dalla 194. Come mai oggi tanto clamore? - si è quindi chiesto il sindaco - La mozione non è contro, è invece a favore. A favore del valore della vita e a favore di tutte le donne che viceversa non avrebbero avuto alternativa».

A questo tipo di argomentazione ha provato a rispondere a stretto giro di replica, il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Alessandro Gennari, il quale in una nota ha dichiarato: «Apprendo con rammarico che il Sindaco giustifica l’approvazione della mozione 434 come la volontà politica di aiutare le donne e mettere veramente in pratica la legge 194 preservando la vita. Se così fosse, - ha attaccato il consigliere pentastellato Gennari - nel dispositivo non si farebbe riferimento ai progetti Gemma, Chiara e Culla segretaSi tratta di progetti portati avanti da fondazioni cattoliche private alle quali il Sindaco e l’amministrazione intendono dare contributi. Quindi riassumendo, i soldi di tutti i cittadini vengono regalati a fondazioni private cattoliche. Perché non si dona ad esempio ai consultori pubblici? Quanti soldi ha ricevuto Fondazione Vitanova da Comuni veneti, Regione e Stato Italiano? Forse, - ha quindi concluso Gennari - quelle risorse si possono impiegare per migliorare le condizioni sanitarie e l’assistenza pubblica nel rispetto di tutti i veronesi anche di chi può avere opinioni differenti».

E a proposito di opinioni, il primo cittadino veronese Federico Sboarina, non ha poi mancato di spiegare quali siano le sue convinzioni personali in materia di "aborto", di fatto certificando la sua contrarietà, ma da uomo dello Stato, affermando anche di volerne continuare a rispettare le leggi: «Personalmente sono contro l’aborto, ma rispetto le leggi, e proprio dentro la legge e nell’applicazione del suo principio cerco di portare avanti gli strumenti legittimi per la difesa della vita. Questo sì che è un grande segnale di rispetto e di democrazia, nei confronti di chi ha voluto la 194, ma anche di chi la pensa diversamente. Sono un uomo di destra, - ha quindi concluso Sboarina - i miei valori sono nel programma elettorale votato dai veronesi, non vedo perché dovrei retrocedere e rivendico la libertà di esprimerli e sostenerli. Ovviamente nel rispetto delle leggi».

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