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Il Comune di Verona vuole arginare la violenza, ma solo quella "di sinistra"

Proteste per la mozione presentata dai consiglieri comunali di maggioranza con cui si chiede di non concedere spazi pubblici "per eventi organizzati da movimenti o associazioni di sinistra o anarchiche"

Non concedere il patrocinio del Comune di Verona, contributi o concessioni di sale o spazi comunali per eventi organizzati da movimenti o associazioni di sinistra o anarchiche, ritenuti dall'ufficio preposto della Questura di Verona come sovversivi e potenzialmente pericolosi per l'ordine pubblico.

Questa la richiesta contenuta in una mozione che la maggioranza in consiglio comunale presenterà all'assise di Verona chiedendone l'approvazione. Una mozione che ha subito scatenato una forte protesta da parte di alcune associazioni e partiti cittadini.

A Brescia a dicembre l'amministrazione comunale ha approvato una delibera che non concede spazi a movimenti e iniziative di stampo neofascista e razzista, a Torino una mozione approvata nel 2017 prevede la non concessione di spazi comunali ad organizzazioni omofobe. Ma anche in altri comuni del Veneto, come Treviso, Mira e Bassano, si sta pensando alla creazione di norme simili, nella convinzione che ormai il pericolo di un ritorno di modalità fasciste, con annesse violenze, discriminazioni e derive razziste, sia una realtà. Ed in altre città italiane, come Bergamo, Genova e Pisa delibere affini sono già in vigore - scrivono in una nota congiunta le associazioni Assemblea 17 dicembre, Circolo Pink, Non una di meno Verona, Potere al Popolo Verona e Suburban - A Verona invece l'appoggio a gruppi neofascisti non si nasconde più. A Verona i nemici sono gruppi e associazioni di sinistra che costantemente si battono per il riconoscimento di diritti e non per la loro negazione. Ancora una volta Verona è laboratorio dell'estrema destra, e questa amministrazione non ha paura di rinforzare quei fili mai tagliati con il Ventennio.

Ma forti prese di posizioni sono state prese anche da partiti che fanno parte del consiglio comunale, come Verona e Sinistra in Comune di Michele Bertucco.

Chiedere la messa al bando delle organizzazioni violente di sinistra glissando sulla violenze della destra non è meno penoso del puntare il dito contro la mafia nigeriana glissando sulle infiltrazioni della 'ndrangheta calabrese. Ci sfuggono i motivi per cui dovremmo preferire le une alle altre - dice Bertucco - È certo che tra i consiglieri di maggioranza c’è tanta nostalgia dell'Ovra e di riordino etnico. Sfugge loro tutto il processo di democratizzazione che ci ha portato a diventare una repubblica in cui è dato a ciascuno manifestare le proprie idee liberamente con l'unico limite del rispetto dell'altro e dell'antifascismo.

Il Partito Democratico di Verona e tutti i suoi consiglieri comunali chiedono al sindaco Federico Sboarina di prendere le distanze dall'iniziativa che parte dai consiglieri comunali che lo appoggiano.

La proposta è perfettamente inutile perché la Questura già svolge in maniera encomiabile il lavoro di contenimento delle frange politiche estremiste sia di destra che di sinistra, negando quando è necessario la richiesta di spazi pubblici - scrivono gli esponenti del PD - La proposta è piena di ipocrisia: come dovremmo definire le numerosissime aggressioni ai danni di inermi cittadini accadute nel corso degli anni a Verona da parte di persone ispirate da ideologie di destra? Ragazzate non degne di attenzione? Anche quando hanno soppresso delle vite? Questo testo non può e non deve vedere la luce dell'aula consiliare. Chi ricorre alla violenza per cercare di affermare un'idea politica deve essere isolato indipendentemente dalla colorazione politica in quanto nemico della democrazia. Allo stesso tempo va affermato che è democratico resistere con mezzi pacifici al rigurgito fascista in corso a Verona e nel Paese.

E sempre dal PD, la candidata Alessia Rotta aggiunge: "La mozione è un maldestro tentativo di spacciare per contrasto alla violenza un subdolo attacco politico. Ogni atto di violenza di qualsiasi segno e colore va condannato e combattuto senza indugio, diversamente si afferma un principio inaccettabile e pericoloso per cui alcuni episodi sono più gravi e condannabili di altri".

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