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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Diverbio Tommasi-Massignan, Polato e Padovani: «Sindaco deludente»

I due esponenti di Fratelli d'Italia commentano il botta e risposta tra il sindaco e il coordinatore di Veronapolis. Ma Massignan non si lascia strumentalizzare: «Quando gestivano loro la città, le scelte urbanistiche non erano migliori»

Nell'acceso confronto verbale tra il sindaco di Verona Damiano Tommasi e Giorgio Massignan dell'osservatorio Veronapolis si è inserito il centrodestra veronese. Come spettatori esterni, due esponenti di Fratelli d'Italia hanno approfittato del botta e risposta per colpire politicamente il primo cittadino, ma Massignan non si è lasciato strumentalizzare, criticando anche chi ha amministrato la città prima di Tommasi.

Anche perché la principale accusa mossa da Massignan a Tommasi è stata proprio quella di scarsa discontinuità con le scelte urbanistiche del passato. Scelte che sono state fatte anche da amministrazioni di cui hanno fatto parte Daniele Polato e Marco Padovani, i due uomini di Fratelli d'Italia che hanno commentato gli affondi e le repliche tra il sindaco e il coordinatore di Veronapolis.
Per Polato, il diverbio tra Massignan e Tommasi «mette in evidenza la volontà del primo cittadino di Verona di evitare il confronto su tematiche per lui scomode. A partire dalla scelta di persone in posizioni apicali come la vicesindaca e assessore all'urbanistica Bissoli e il capo di gabinetto Perini, entrambi avvocati legati alla Fondazione Cariverona. Le risposte che ha dato Tommasi sono deludenti e prive di contenuti. È evidente che Tommasi, che si era proclamato l’uomo dell’ascolto in realtà non lo è e, di conseguenza, non sa fare rete ed evita il confronto. Pare che Tommasi spacchi la società tra nemici e amici degli amici». Ed il deputato Marco Padovani ha aggiunto: «Emerge con chiarezza un sentimento diffuso di insoddisfazione e preoccupazione. Le criticità evidenziate vanno ad aggiungersi a un quadro già complesso di problematiche amministrative, mettendo in luce una inefficienza che non può passare inosservata. L'inadeguatezza del sindaco non è un fatto nuovo, bensì il culmine di una serie di episodi che hanno minato la fiducia dei cittadini. Governare una città come Verona richiede impegno, competenza e, soprattutto, una visione chiara e lungimirante. Ed il sindaco attuale non è all'altezza delle sfide che la città affronta quotidianamente».

«Ho notato che le mie prese di posizioni nei riguardi del sindaco Damiano Tommasi sono utilizzate da alcuni esponenti dell’opposizione per attaccare questa amministrazione - è stato il commento di Massignan - È legittimo e fa parte della politica ma, non intendo essere strumentalizzato e, per correttezza, sottolineo che, quando gestivano la nostra città le attuali forze di centrodestra, le scelte urbanistiche e il metodo di pianificare la città non erano migliori, anzi. Alcuni brevi esempi: hanno ceduto parte degli edifici storici di proprietà comunale; hanno ridotto la pianificazione urbanistica a "manifestazioni d’interesse" degli investitori privati e non; hanno riempito la città di centri commerciali e di lottizzazioni in zone anche paesaggisticamente pregiate; hanno sfregiato una zona come la Passalacqua con una serie di edifici, vanificando il progetto di un grande campus universitario; hanno annullato il piano della tramvia e quello per l'Arsenale, come sede del museo di scienze naturali. Ricordo che, nelle ultime ore dell'amministrazione Sboarina, venne approvato in deroga e utilizzando la legge Sblocca Italia, il cambio di destinazione d'uso dell'ex sede dell'Unicredit, concedendo la realizzazione di un hotel. Deroga che costituisce un precedente rischioso per ulteriori altre richieste simili».

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