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Verona, spine nella maggioranza. Lega critica, Verona Domani replica

La mancanza del numero legale in consiglio comunale per una proposta di Andrea Velardi ha fatto reagire i consiglieri leghisti. Fratelli d'Italia prova a spegnere la polemica, ma da Verona Domani arrivano parole piene di acredine

Piccolo screzio interno alla maggioranza che sostiene il sindaco di Verona Federico Sboarina. Nel consiglio comunale di giovedì scorso, 30 gennaio, sono stati approvati dei documenti importanti, ma un provvedimento è rimasto in sospeso. È la mozione del consigliere Andrea Velardi, eletto con Forza Italia e poi passato alla Lega, sul progetto «Quartieri attivi-Urbatt»; un progetto incentrato alla rigenerazione degli spazi pubblici attraverso una maggiore collaborazione tra il Comune e l'associazionismo. La mozione è stata illustrata in consiglio, ma non è stato possibile approvarla per mancanza del numero legale. È questo il caso che provocato il litigio politico tra la Lega e due suoi alleati. Secondo i consiglieri leghisti, infatti, i consiglieri di Fratelli d'Italia e di Verona Domani avrebbero volutamente fatto mancare il numero legale per bloccare l'iniziativa di Velardi. La motivazione del mancato appoggio sarebbe la mancanza di condivisione, ma per la Lega si tratta di un falso pretesto che nasconde gelosie e invidie tra i gruppi di maggioranza. 

Per Fratelli d'Italia, la Lega ha ingigantito la questione e il malinteso in maggioranza sarebbe di natura tecnica e non politica. Non ci sarebbe, infatti, da parte di Fratelli d'Italia alcun problema nel votare la mozione di Velardi nella prossima seduta del consiglio comunale.

C'è più acredine, invece, nella replica di Matteo Gasparato, fondatore e presidente di Verona Domani. Acredine provocata da alcune parole pronunciate dal vicepresidente del consiglio comunale Paolo Rossi, passato alla Lega da Verona Domani. «Fa sorridere sentire parlare Rossi di coerenza, rispetto e lealtà - ha detto Gasparato - Proprio lui che deve la sua presenza in consiglio al nostro movimento e che si dichiarava fiero di appartenere ed essere stato eletto tra le file di un movimento civico particolarmente vicino alla vita dei quartieri e delle circoscrizioni. Proprio Rossi definiva "traditori" chi aveva deciso di abbandonare il nostro modello civico in cerca di lidi romani. E quindi gli consiglio di pensare a se stesso prima di parlare di lealtà e coerenza». E al commissario provinciale della Lega e assessore Nicolò Zavarise, Gasparato ricorda i tanti provvedimenti proposti da Verona Domani in consiglio comunali. «Circa 280 emendamenti a proposte di delibera, 50 tra mozioni ed ordini del giorno presentate - conclude il presidente di Verona Domani - Tra queste circa una decina proprio da Paolo Rossi, quando era un consigliere di Verona Domani. Da quando è passato in Lega, invece, non ne ha presentata più neanche una. E questo fa riflettere».

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