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Immigrazione, i Tosiani scrivono al Prefetto: "Quante le espulsioni in Veneto?"

Gli esponenti della Lista Tosi in Regione Andrea Bassi, Maurizio Conte e Giovanna Negro, hanno scritto una lettera aperta al Prefetto di Venezia Cuttaia nella quale chiedono di esplicitare il numero esatto dei rimpatri di clandestini avvenuti nel territorio veneto

“Quanti sono stati, ad oggi, i rimpatriati effettivi e le espulsioni dei clandestini dal territorio Veneto?” Una domanda questa, che il capogruppo della Lista Tosi in Consiglio regionale, Stefano Casali, ha rivolto al Prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, quale Coordinatore della Regione Veneto per l'accoglienza dei migranti.

Casali, assieme ai colleghi tosiani Andrea Bassi, Maurizio Conte e Giovanna Negro, ha scritto una lettera aperta a Cuttaia la mattina del 22 luglio, ringraziando il Prefetto per l’importante lavoro svolto fino ad oggi e chiedendo l’esatto ammontare dei rimpatri nel territorio regionale. “Siamo a chiederLe – scrivono i tosiani - in virtù del Suo importante ruolo di Coordinatore della Regione Veneto per l'accoglienza dei migranti, ed al fine di poter svolgere correttamente il nostro compito politico ed istituzionale, il termine numerico dei rimpatriati effettivi, e delle espulsioni effettuate nei confronti di chi versa in condizioni di illegalità in quanto clandestino e non profugo. Tale dato ci risulta necessario per proseguire l’opera politica di cui siamo stati incaricati dai cittadini. A fronte degli arrivi quotidiani ci risulta che la stragrande maggioranza dei soggetti non abbia diritto allo status di profugo e che quindi vi sia il dovere di espellere e/o rimpatriare i clandestini”.

E ancora la missiva prosegue: “Tali dati, che speriamo Lei ci possa fornire, ci serviranno in particolar modo per capire se è necessario proporre a chi ci governa miglioramenti normativi al fine di meglio garantire le condizioni di legalità in tale difficile materia. Purtroppo i dati che cortesemente Le chiediamo non sono di facile reperimento dai canali informativi del Ministero degli Interni. Siamo davvero inorriditi dalle carneficine che anche in questi giorni si stanno consumando in mare, e ci chiediamo come sia possibile che ad oggi non si stia facendo niente per fermare le partenze dei criminali sulle coste dell’Africa. Convinti che proprio da lì dovrebbe iniziare la prima opera di verifica ed identificazione”.

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