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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Lessinia, Valdegamberi: "Territorio non compatibile con la presenza del lupo"

Il consigliere veneto propone di modificare la "normativa nazionale per permettere di applicare la deroga prevista dall'art. 16 della Direttiva Habitat, come già sta avvenendo in altre parti d'Europa"

Il consigliere regionale veneto per la Lista Zaia, Stefano Valdegmaberi, torna a parlare della spinosa questione riguardante la presenza di Lupi nella zona della Lessinia. In particolar modo il politico veronese, nella nota diffusa agli organi di stampa, definisce il "territorio non compatibile con la presenza del lupo. Sono rischio le attività di alpeggio e di allevamento. Aspettiamo dallo Stato silente l'applicazione della deroga richiesta". Ecco il suo intervento completo sul problema della zona montana scaligera: 

La convivenza tra uomo e lupo è possibile solo in aree non fortemente antropizzate e con prevalente vocazione agricola e pastorale come la Lessinia. Questo territorio montano si differenzia da tutti gli altri proprio per la presenza, fin dall'antichità, di una diffusa attività di allevamento e di pastorizia: vi si trovano quasi metà dei capi dell'intera montagna veneta! Ogni anno vengono sbranati un numero di capi pari a una media stalla di questo territorio. È come portare il lupo all'interno di un grande recinto, pieno di animali. Ci sono centinaia di stalle e di malghe concentrati in pochi chilometri quadrati di territorio. Un contesto ben diverso dalle grandi distese boschive di altri contesti montani, sia alpini che appennninici. Va, pertanto, modificata la normativa nazionale per permettere di applicare la deroga prevista dall'art. 16 della Direttiva Habitat, come già sta avvenendo in altre parti d'Europa. Infatti, per prevenire gravi danni all'allevamento e alle altre specie animali selvatiche solo lo Stato può derogare al criterio di protezione assoluta del lupo. Ho interessato personalmente il ministero all'ambiente e l'Ispra del problema. Ma ad oggi non è giunta ancora alcuna risposta al Veneto. Pensare che siano gli allevatori a doversi adeguare - come chiedono nella Mozione i alcuni consiglieri del Pd - è una mera utopia che porterà inevitabilemte alla chiusura di molte attività, oggi già in dificcoltà per altre ragioni di mercato. Senza l'allevamento e la pastorizia la Lessinia non sarà più quella conosciamo. La morte di queste attività significherà solo un ulteriore abbandono del territorio, oggi plasmato e conservato soprattutto grazie ai veri operatori ecologici che sono gli allevatori.

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