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La Lega avverte il Pdl: "Ora comandiamo noi"

Distensioni interne al Pdl mentre il partito padano rilancia la leadership

A seggi e campagne elettorale chiuse sembra che nel centrodestra si apra una nuova stagione politica, dove il dialogo tra le forze alleate sarà protagonista. E così, assieme alle urne si chiudono anche le polemiche tra distinte fazioni pidielline con la destra sociale, di Mariotti e Di Dio da una parte, e la corrente “finiana” di Giorgetti dall’altra. Si chiude con un punto interrogativo invece la diaspora con la Lega, che non manca di stoccate finali verso candidati del Pdl, proprio in ragione dei risultati elettorali che vedono il partito del neo presidente Zaia conquistare sempre di più la Regione.

A poche ore dal voto, la “frecciata” arriva per voce del deputato padano Alessandro Montagnoli che, speranzoso di una nuova politica di dialogo, precisa la necessità di voltare pagina su alcune scorrettezze nate durante la campagna elettorale: “Le regionali hanno premiato la politica leghista, e anche le comunali ci danno soddisfazione ora. A Nogara e Palù altri due sindaci padani sono stati eletti nelle ultime ore. C’è da prendere atto che la lega è la potenza del Veneto per eccellenza. Abbiamo vinto su tutti i fronti facendo le nostre proposte valide e concrete. Colpo su colpo, voto su voto, nonostante alcune scorrettezze di candidati Pdl, fino a prova contraria nostri alleati alle elezioni”. Non ha remore Montagnoli, e appare deciso a lanciare alcuni avvertimenti ai vertici del centrodestra provinciale e regionale: “Ora ci assumiamo onori e oneri per amministrare correttamente. Siamo la ‘maggioranza della maggioranza’ e le decisioni importanti passeranno da noi e detteremo le nostre linee di governo. Lasciando magari perdere anche quegli episodi “ambigui” come i volantini elettorali pidiellini in cui qualche candidato si prendeva meriti che assolutamente non aveva. Soprattutto vantandosi di aver ottenuto fondi da far convergere alle varie amministrazioni comunali. Cosa che mi sembra falsa e poco leale”.

Ribadisce il concetto anche Matteo Bregantini, coordinatore provinciale della Lega, circa la valanga di voti “verdi” ottenuti, si presume, anche a spese del Pdl: “Il compito è riuscire a convincere tutti a votare per noi e a quanto pare ci siamo riusciti. Siamo in maggioranza in Comune, in Provincia, in Regione. Sarà la nostra politica a fungere da traino della squadra di centrodestra. Non il Pdl”. A portare a casa il miglior risultato, si sa, è proprio il partito padano di Zaia e soci, e che qui a Verona ha incassato oltre il 60 percento dei voti, portando a sé le nomine di Tosato, Cenci, Bassi e la riconferma di Sandri.

Un futuro sempre più verde insomma. Ma qualche venatura azzurra la vittoria in Veneto ce l'ha. E secondo l’assessore alle Pari opportunità veronesi, Vittorio Di Dio, porta la firma del forzista Davide Bendinelli, già sindaco di Garda, ora a palazzo Balbi. “Il Pdl non ha altro da fare che essere felice per questa gloriosa vittoria” ammette Di Dio “Fino a 40 giorni fa Bendinelli era totalmente sconosciuto alla platea della città. Adesso è secondo dietro un candidato già rodato come Giorgetti, con 21mila voti. Tutto questo ci dà la forza per riunirci dietro un tavolo ed ammettere quali siano i problemi e gli ulteriori traguardi da raggiungere per arrivare a recuperare quei voti andati perduti con la valanga leghista”. Continua Di Dio: “Il successo dei padani era nell’aria ma non ci intimidisce e ora siamo pronti ad aprire una nuova stagione di dialogo con i diversi gruppi. Dobbiamo crescere e solo l’unità di tutto il centrodestra potrà garantire una buona riuscita. Magari prendendo spunto proprio dalla politica convincente e radicata nel territorio che la Lega da anni porta in grembo. Partiamo da una rimodulazione e da una riflessione accurata per rafforzarci”.

Dialogo è la parola d’ordine anche per Stefano Bertacco, assessore ai Servizi sociali di palazzo Barbieri: “Se dobbiamo guardare a Verona abbiamo tenuto molto bene la sfida con la Lega. I complimenti vanno estesi a tutti, da Bendinelli a Giorgetti, da Tosato a Conta. Non credo ci saranno ripercussioni per la conferma della Lega in città. Il dialogo c’è sempre stato e la campagna elettorale è sempre stata svolta in maniera leale e rispettosa”. E la stoccata di Montagnoli? “Credo che l’onorevole concepisca ancora la politica sull’odio tra le fazioni ma anche che alcune dichiarazioni siano riferibili alle giornate concitate della campagna ma episodi del genere vanno arginati per tornare ad una politica più serena che sappia coinvolgere tutti”. Serafica come sempre anche l’analisi del presidente alla Provincia scaligera, Giovanni Miozzi che non rileva un cambiamento così accentuato rispetto alle elezioni scorse: “Siamo scesi di un punto e non mi sembra che ci sia stata tutta questa valanga di voti leghisti a Verona. Non ci sono stati rubati voti dalla Lega. E più che ai voti guarderei alla politica del buongoverno, alla vicinanza coi cittadini e alla tutela delle loro istanze. Occorre ora un progetto forte per far crescere il partito”.

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