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Il Pd parte alla conquista di Palazzo Barbieri

Il centrosinistra rivaluta la sconfitta. E punta alle comunali del 2012

Assorbita la batosta delle ultime elezioni il Pd tenta la lenta risalita. E rilancia con tutte le carte a disposizione. Lontano dagli slogan, il monito del deputato veronese Gianni Dal Moro risuona per risvegliare i delusi delle ultime ore: “Riconquisteremo palazzo Barbieri”. E non si tratta del proverbiale “pesce d’aprile”.

Dal Moro appare seriorissimo e annuncia le svolte che dovrebbero riportare il centrosinistra a recuperare i consensi degli sfiduciati: “Non siamo assolutamente contenti di come sono andate le cose a Verona e in regione. La sconfitta brucia ancora e le ragioni sono molteplici. Non ultima quella per cui il Pd è alla strenua ricerca di un’identità forte. Non credo di stravolgere l’opinione pubblica quando ammetto che nel territorio cittadino, così come in provincia, non sanno nemmeno chi siamo e di cosa parliamo. Non conoscono i nostri leader proprio per la mancanza di una comunicazione adeguata. Voglio solo dire che si è fatta viva la necesità di puntare ad una riorganizzazione della nostra politica locale. Non esistono solo i gazebi e i volantini blandi. Dobbiamo puntare ad una stretta sul piano mediatico. Non possiamo certo sperare di vincere affidandoci a metodi di propaganda obsoleti”. Un fiume in piena, Dal Moro, che non risparmia critiche alla vecchia organizzazione del Pd e che ha portato, per sua stessa ammissione “alla perdita graduale di elettori”. E continua: “Con queste tecniche non aggiungeremo un solo voto in più. Dobbiamo cambiare passo, evitando i litigi e la disunità che ha contraddistinto le ultime tornate elettorali. Un esempio chiaro sono proprio quegli stessi ‘grillini’ che senza ombra di dubbio hanno portato a sé i voti dei delusi di sinistra. Il nuovo ‘civismo’ si deve basare anche sulle politiche di cui si sono fatti portavoce, come il nucleare, il problema discariche, il traforo e le grandi opere pubbliche. Noi dobbiamo tornare a parlare sui contenuti magari utilizzando linguaggi più comunicativi e più accattivanti”.

Un Pd pronto a puntare a palazzo Barbieri finalmente unito? Forse. Se da una parte Dal Moro conferma, dall’altra il segretario provinciale del centrosinistra scaligero, Giandomenico Allegri, non appare così euforico e deciso. Secondo lui il Pd non ha “cocci da raccogliere”. Semplicemente la sconfitta alle regionali non era contemplata proprio in ragione di una totale assenza di pretese sulla vittoria. E non si tratta della trita analisi spiccia post-elettorale: “Non avevamo possibilità- afferma Allegri- Né a Verona né in questo Veneto profondamente compromesso dall’avanzata leghista”. Il coordinatore punta poi ad attutire il duro colpo del voto: “Le nostre percentuali non si sono spostate da quelle ottenute alle ultime elezioni europee. Non abbiamo perso voti, ma contemporaneamente non siamo riusciti ad aumentarli, ed è la cosa che mi rammarica di più. Il Pd ora deve riflettere per quello che è il suo progetto”.

Progetto che gli stessi delusi faticano a trovare e che probabilmente ha portato alla disfatta del centrosinistra. “Ma a destra- continua Allegri- la situazione non è migliore. Risultati a parte, la Lega e il Pdl dovrebbero chiarire cosa hanno fatto negli ultimi 20 anni di governo qui in Veneto. E la risposta è ‘nulla’. Hanno agguantato i voti basandosi su slogan e profezie che puntualmente non si sono avverate. Tosi si fa scudo continuamente dietro il baluardo della ‘sicurezza’. Ma l’allarme non c’è mai stato. Ora che si è esaurito quel riflusso di reati provocato dall’indulto la giunta non ha più alibi. Sul versante economia, poi, è meglio stendere un velo pietoso, poiché non è stata avanzata una sola proposta concreta a tutela delle piccole e medie imprese. E sulle opere pubbliche i dibattiti sono all’ordine del giorno: variante alla statale 12, tangenziale a pagamento, Traforo, autodromo. Questi sono i temi importanti su cui noi del Pd ci siamo battuti e su cui la Lega latita. Valanga padana? Forse quella populista e degli slogan”.

Un Pd destinato all’opposizione? I dubbi rimangono. Per Allegri la sconfitta era nell’aria, ma per Dal Moro le dichiarazioni dell’alleato sono fuori luogo: “Noi ci proponiamo sempre di vincere. Senza questo tipo di aspettative il partito è destinato a scomparire”.

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