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Hotel di lusso in centro a Verona, il Consiglio comunale approva. Opposizioni disertano la votazione per protesta

La maggioranza esprime 19 voti favorevoli, mentre un voto contrario è arrivato da Michele Bertucco che era anche l'unico consigliere di minoranza presente durante la votazione

È arrivato nella tarda serata di giovedì 21 aprile il voto per l’approvazione del cambio di destinazione d’uso, da direzionale a turistico/ricettiva e commerciale, del cosiddetto "Quadrilatero", gli immobili di proprietà di Patrizia immobiliare delimitati dalle vie Garibaldi, Emilei, San Mamaso e Sant’Egidio. L’aula, in base a quanto riporta una nota di palazzo Barbieri, si è espressa con 19 voti favorevoli, tutti della maggioranza, ed 1 contrario, il consigliere Michele Bertucco. Assenti al voto gli altri 17 consiglieri. Nel corso del dibattito, iniziato già nella seduta del 14 aprile, sono intervenuti i consiglieri Michele Bertucco Sinistra Verona in Comune, Tommaso Ferrari Traguardi Verona, Elisa La Paglia, Stefano Vallani e Federico Benini Pd. Al termine degli interventi, gli uffici competenti hanno valutato i 36 emendamenti collegati, giudicandone ammissibili 26. Di questi 24 sono stati respinti in fase di voto e due accolti dall’assessore. Il primo del consigliere Battiti per Verona Domani Matteo De Marzi, che ha apportato modifiche sostanziali alla delibera, il secondo, che inserisce una correzione ortografica nel testo, del consigliere Bertucco. Accolto, inoltre, un ordine del giorno a firma dei consiglieri Paola Bressan FI e De Marzi.

«Fino a qualche anno fa sede degli uffici del gruppo bancario Unicredit, - spiega la nota del Comune di Verona - gli spazi di importante pregio potrebbero ospitare la catena alberghiera Marriott Internazional, multinazionale americana che gestisce hotel di alto livello in tutto il mondo, facendo del lusso e dell’esclusività dei servizi i suoi punti di forza. Un investimento che si aggira intorno agli 80 milioni di euro, 40 dei quali necessari per il recupero degli immobili, circa 22 mila metri quadrati, che la Marriott International ha deciso di fare a Verona in virtù di una progressiva crescita turistica della città e di una sostanziale stabilità nel numero di strutture ricettive veronesi».

All'indomani del Consiglio comunale non sono mancate le polemiche. I consiglieri dem Benini, Vallani e La Paglia affermano: «Il voto di ieri sera sul cambio di destinazione d’uso degli immobili di Fondazione Cariverona in via Garibaldi 1 ha rappresentato il tentativo maldestro di mettere una pezza ad una delibera preparata dall’amministrazione comunale così male da determinare divisioni nella stessa maggioranza. Era infatti evidente che, una volta saltata (o rinviata a tempo indeterminato) la contropartita culturale su Castel San Pietro e Palazzo del Capitanio, la diatriba sul nuovo hotel di lusso diventava priva di ogni significato politico. Di qui la nostra scelta di non partecipare al voto, rinforzata anche da tutte le considerazioni in ordine alla mancanza di condivisione e consultazione con il territorio, i cittadini, le categorie economiche (che giustamente hanno protestato) e la Circoscrizione (alla quale era stata raccontata tutt’altra storia). Anche i 500 mila euro su Palazzo Forti, che la maggioranza ha vantato di aver spuntato come compensazione “aggiuntiva”, soffrono della medesima mancanza di prospettiva: quale sarebbe il progetto culturale dietro a questo investimento? Non è dato saperlo. Ridondanti e fuori contesto sono poi gli investimenti sull’accessibilità del Teatro Romano per cui ci sono già i bandi in corso del Pnrr».

Dal canto suo, l'ass. alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala, oggi in quota Lega, si è così difesa: «Dalle minoranze arrivano solo i "no", senza proposte migliorative concrete alle soluzioni prospettate dall’amministrazione. Un atteggiamento che evidenzia l’unica volontà di bloccare qualsiasi intervento urbanistico in favore dello sviluppo della città. Il cambio di destinazione punta ad attribuire all’intero compendio una nuova finalità, appropriata ed economicamente sostenibile nel rispetto della sua consistenza e delle sue peculiarità storiche. Un’operazione che valorizza non solo questi immobili, ma darà avvio ad un più ampio piano di intervento in favore del centro storico, con una particolare attenzione alle criticità viabilistiche in zona Teatro Romano e Ponte Pietra. Vanno in questa direzione anche l’emendamento e l’ordine del giorno presentati dai consigliere di maggioranza De Marzi e Bressan, che apporta una variazione alla delibera, che prevede la destinazione di 500 mila euro in più riconosciute dalla proprietà dell’immobile in favore dell’intervento di sistemazione di Palazzo Forti».

Molto critico è stato il consigliere di minoranza Michele Bertucco, il quale in una nota sostiene che «nel Consiglio di ieri sera è andata in scena la liquidazione del Piano Folin per 500 mila miseri euro, o forse meno». Sempre secondo Bertucco, «tanto è bastato a Patrizia Immobiliare mettere nel piatto perché il sindaco Sboarina e la sua maggioranza chiudessero entrambi gli occhi sul venir meno degli impegni presi da Fondazione Cariverona rispetto all’allestimento museale di Castel San Pietro e di Palazzo del Capitanio, di cui ora si tornerà a parlare soltanto dopo il 2030». Michele Bertucco quindi aggiunge che «a giudicare dagli errori di cui è zeppa la documentazione, le valutazioni divergevano non di poco: nella lettera di impegni di Patrizia Immobiliare, tenuta nascosta alle minoranze, in numero viene infatti riportata la cifra di 500 mila euro ma in lettera si dice che si corrisponderanno soltanto 350 mila euro. Sul punto - conclude sarcastico Michele Bertucco - occorrerà forse acquisire l'interpretazione autentica di un esperto sensale».

Non meno severo è il giudizio espresso da parte del consigliere capogruppo di Traguardi Tommaso Ferrari, il quale commenta così quanto avvenuto ieri sera: «La delibera sul cambio di destinazione d'uso degli immobili di Fondazione Cariverona in via Garibaldi che il Consiglio è stato chiamato a votare ieri sera si è trasformata in una mossa da campagna elettorale, dettata dalla fretta di concludere prima dello scadere del mandato, in barba alla portata che una decisione simile comporta per Verona e per il futuro del suo centro storico. Traguardi ha scelto di non esprimersi, - precisa Tommaso Ferrari - perché è impensabile, infatti, esprimersi in qualsiasi modo, a favore o contro un progetto non condiviso, privo di qualsiasi idea in merito alle opere compensative da realizzare con il contributo di sostenibilità, totalmente scollato da una programmazione urbanistica complessiva e che non fornisce un piano di slancio e una nuova visione del centro storico e della sua viabilità».

A palazzo Barbieri rintoccano invece campane a festa: «Dopo il voto del Consiglio comunale di ieri sera, - si legge in una nota del Comune - parte l’iter autorizzativo per dare avvio al cantiere di riconversione, da direzionale a turistico/ricettiva e commerciale, del cosiddetto Quadrilatero, gli immobili di proprietà di Patrizia immobiliare delimitati dalle vie Garibaldi, Emilei, San Mamaso e Sant’Egidio. Un recupero dell’area adiacente a via Garibaldi e allo storico quartiere della Carega che, oltre a dare una nuova destinazione agli spazi di pregio dell’ex sede Unicredit, porterà un vantaggio anche ai veronesi. Si aprirà, infatti, un’ampia porzione di città, che oggi è completamente chiusa all’accesso e alla sua fruizione, restituendo alla comunità antiche corti medievali e una strada storica fra Garibaldi e Sant'Egidio. Il progetto - spiega sempre la nota del Comune di Verona - si avvale anche di uno studio sull’impatto viabilistico legato alla presenza della struttura, che stima solo una piccola percentuale di clientela in arrivo con la propria auto visto che l’albergo si doterà di posti auto adeguati alla capienza ricettiva attraverso convezioni con i parcheggi cittadini, senza aggravio di mezzi per il centro storico». 

Non è tutto, perché sempre secondo la nota di palazzo Barbieri, «una svolta arriverà anche per la viabilità in zona Teatro Romano e per la valorizzazione di tutta l’area a nord dell’Adige, dal Museo Archeologico al colle che porta a Castel San Pietro». Infatti, l'«opera compensativa, del valore di circa 2 milioni 200 mila euro, è stata individuata per risolvere le criticità viabilistiche al Teatro Romano, includendo così l’area nel circuito turistico». Si tratterà di «realizzare una passerella ciclopedonale in corrispondenza dell’attuale incrocio semaforico attiguo a Ponte Pietra, riservata ai pedoni». La strada «sarà così ad uso solo delle autovetture, il cui passaggio sarà fluidificato dall’eliminazione del semaforo». Verranno anche «migliorati gli spazi di ingresso del Teatro Romano con la realizzazione di una nuova adeguata biglietteria e abbattute le barriere architettoniche con la realizzazione di un ascensore che, collegato alla stazione intermedia della funicolare, consenta alle persone con disabilità di raggiungere il Teatro Romano e il Museo Archeologico senza alcun impatto sulla bellezza del luogo». Inoltre, chiarisce ancora la nota del Comune di Verona, «con l’emendamento a firma del consigliere Battiti per Verona Domani Matteo De Marzi, il soggetto attuatore è stato vincolato a riconoscere al Comune 500 mila euro in più, cifra che attraverso l’ordine del giorno Paola Bressan FI e De Marzi, è stata destinata per l’intervento di adeguamento impiantistico di Palazzo Forti che, altrimenti, sarebbe a carico del Comune».

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