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La politica veronese si scalda sulla possibile fusione tra Agsm e Aim

Si scaldano le ugole su un possibile accordo a tre, con un partner industriale che andrebbe a sommarsi alle due principali aziende partecipate di Verona e Vicenza

I politici veronesi hanno cominciato a scaldare le loro ugole, commentando le indiscrezioni sulla futura fusione tra le due principali aziende partecipate di Verona e Vicenza. La veronese Agsm e la vicentina Aim andrebbero a formare una nuova società, la cosidetta Multiutility del Veneto, con un terzo partner commerciale, che ancora non sarebbe stato scelto. I lombardi di A2A si sono fatti avanti, come anche gli emiliani di Hera e i trentini di Dolomiti, ma è ancora tutto da definire il futuro assetto della nuova società. Corrono voci di un assetto a percentuali ben bilanciate, con una presenza di Agsm al 35%, identica a quella di Aim, mentre il terzo partner avrebbe un peso specifico del 30%. Il problema, però, è che si rischia di fare parti uguali tra disuguali, perché Agsm è più grande di Aim e quindi si troverebbe sullo stesso livello di una azienda più piccola. Ma comunque, parlando di dimensioni, quelle di Agsm e Aim non sono minimamente paragonabili a quelle di A2A o di Hera. E il rischio paventato da alcuni amministratori locali è che questa operazione porterà un pesce grosso (A2A o Hera) a mangiare i pesci piccoli (Agsm e Aim).

Tuttavia, i consigli comunali di Verona e Vicenza non hanno ancora nulla di definito su cui decidere. I commenti, però, sono già partiti. L'assessore leghista del Comune di Verona Nicolò Zavarise sottolinea la «necessità di garantire il giusto peso societario».

Se un tavolo deve essere aperto, i principi cardine per noi sono che la maggioranza del capitale resti al socio pubblico, che dovrà avere sempre un ruolo centrale nelle scelte strategiche - scrive Zavarise - Il ruolo dell'eventuale socio industriale dovrà essere finalizzato al perseguimento di efficienza e competitività. Dovrà essere mantenuto un forte presidio territoriale salvaguardando la storia e l’identità di Agsm, mantenendo come indirizzo la determinazione ed il sostegno economico ai progetti sociali, culturali ed ambientali delle comunità servite. Qualsiasi partner industriale dovrà garantire di non concorrere nel territorio veneto contro Agsm. Dovrà essere garantito il sostegno all'occupazione ed al relativo indotto con la salvaguardia dei livelli occupazionali e dell'economia locale. Si dovranno incrementare gli investimenti sui territori, sui servizi e sulle infrastrutture. Dovrà essere garantita la creazione di valore attraverso una adeguata politica di dividendi rispettando l'attesa di beneficiare di maggiori dividendi grazie alle sinergie industriali derivanti dalla partnership, oltre a dover garantire il miglioramento degli standard di qualità e dei livelli di efficienza dei servizi erogati sui territori ed alle comunità attraverso tariffe competitive e sviluppo di servizi innovativi.

Dall'opposizione, per il consigliere Michele Bertucco sarebbe un «fallimento di questa amministrazione» l'ipotesi di una fusione a tre con peso paritetico tra Agsm e Aim. «In primo luogo - spiega Bertucco - perché il peso di Agsm è di gran lunga superiore a quello di Aim. In secondo luogo, l'ingresso di A2A rappresenterebbe la solita resa della Lega veneta ai voleri e alle esigenze della Lega lombarda».
I consiglieri comunali del Partito Democratico di Verona Federico Benini e Stefano Vallani chiedono che il terzo partner nella fusione tra Agsm e Aim sia «selezionato sulla base di una gara pubblica trasparente e con precisi paletti».
Mentre, Michele Croce di Prima Verona sostiene ancora che: «A Palazzo Barbieri c'è qualcuno che vuole svendere Agsm ai colossi di Milano (A2A) o di Bologna (Hera), pur non essendocene bisogno. Pur essendoci strade alternative, perché ci sono realtà territorialmente contigue e molto più simili ad Agsm, pronte a realizzare finalmente la Multiutility del Triveneto, ovvero Aim Vicenza insieme a Dolomiti Trento e Alperia Bolzano».

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