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Figli di coppie omosessuali, il ministro Fontana contro il riconoscimento

Lorenzo Fontana ha ribadito la sua posizione durante l'audizione nella commissione sugli affari sociali della Camera dei Deputati. "Bimbi concepiti con pratiche vietate in Italia e che vietate devono rimanere"

Si è tenuta oggi, 26 luglio, l'audizione del ministro veronese alla famiglia e alla disabilità Lorenzo Fontana all'interno della commissione sugli affari sociali della Camera dei Deputati. Fontana ha presentato le linee programmatiche del suo dicastero, anche se il ministro si è spinto anche oltre in un passaggio del suo intervento.

"Non sono questioni di mia strettissima competenza", ha esordito Fontana nell'entrare in un argomento di grande attualità, vale a dire il riconoscimento della genitorialità a coppie omosessuali. Il ministro non ha fatto nessun riferimento specifico, ma un caso è capitato anche nella sua città, Verona, dove al sindaco Federico Sboarina è stato imposto dalla Corte di Appello di Venezia il riconoscimento di un figlio di due papà, figlio che la coppia omosessuale ha concepito in Canada, paese in cui è riconosciuta la pratica della "gestazione per altri", meglio nota come "utero in affitto" o "maternità surrogata".

Per il ministro Fontana si tratta di "bambini concepiti all'estero facendo ricorso a pratiche vietate dal nostro ordinamento anche penalmente e che tali dovrebbero rimanere"

Anche questa prospettiva rischia di tradire un'impostazione adulto-centrica, lontana e in parte in conflitto con il principio del "superiore interesse del bambino" - ha concluso Lorenzo Fontana - Se il divieto di gestazione per altri è presente nel nostro ordinamento va fatto rispettare in termini concreti, evitando che il ricorso a tali pratiche all'estero si traduca poi in un continuo aggiramento del divieto.

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