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Fondazione Arena, la nomina del sovrintendente piace alle opposizioni

Michele Bertucco e M5S vedono in Giuliano Polo una presa di distanza dalla politica che gestiva l'ente lirico prima del commissariamento

Sospiro di sollievo da parte delle opposizioni su Fondazione Arena. La riconferma di Carlo Fuortes come commissario dell'ente lirico, ma con la possibiltà che il commissariamento non potesse durare fino alle prossime elezioni aveva fatto temere il peggio alle forze politiche di minoranza. La nomina del sovrintendete Giuliano Polo viene letta come garanzia di discontinuità rispetto alla gestione pre-commissariamento e in linea con la politica di risanamento inaugurata da Fuortes, che spera di ottenere le agevolazioni economiche della legge Bray, salvando così il bilancio di Fondazione Arena ma con grandi sacrifici richiesti ai lavoratori.

"La nomina a sovrintendente di Giuliano Polo mette in sicurezza Fondazione Arena dal sindaco Tosi e dal passato consiglio di indirizzo che aveva chiesto al ministero di provvedere alla liquidazione coatta dell’ente. Si tratta dunque di una aperta sconfessione delle pretese del primo cittadino di Verona che non vedeva l’ora di tornare in sella, forse per portare a termine il lavoro", questo il commento del consigliere comunale Michele Bertucco che augura al nuovo sovrintendente di portare avanti il rilancio e il riordino dell'ente impostati da Fuortes. "Lo sganciamento da Arena Extra, ritornata al Comune, ha di fatto creato una realtà concorrenziale che mira a diventare prevalente a scapito della stagione lirica areniana - avverte Bertucco - Va disinnescato l’impatto negativo del museo Amo sui bilanci della Fondazione Arena ma soprattutto occorre approfittare di questo periodo di lontananza della cattiva politica per rimettere ordine, merito e competenza nell'organigramma di vertice della Fondazione Arena così da avere una dirigenza all’altezza del compito".

Positivo anche il commento di Riccardo Saurini, consigliere comunale M5S: "La scelta di Franceschini prende le distanze da quel sistema Verona che vedeva nella privatizzazione di Fondazione la soluzione di tutti i mali, affidandosi ad una persona esterna alla città e proveniente dal mondo del teatro. C'è da notare che questa nomina rende del tutto superflua la figura della dottoressa Tartarotti, della quale, visto anche il suo lauto compenso e la assenza di risultati, ci aspettiamo il rapido allontanamento".

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