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Filobus, PD: «Consiglio comunale decida come modificare il progetto»

I consiglieri democratici chiedono maggiore coinvolgimento, dopo il ripensamento annunciato dal sindaco Federico Sboarina

«Sul filobus ritorni la democrazia e si coinvolga il consiglio comunale». A chiederlo sono tutti i consiglieri comunali del Partito Democratico di Verona dopo il ripensamento annunciato dal sindaco Federico Sboarina, il quale aveva comunicato un possibile cambiamento del progetto della filovia di Verona in accordo con il Ministero dei trasporti. Un ripensamento che ha dato il via ad una serie di polemiche, ma per non perdere ulteriore tempo il PD ha chiesto la convocazione delle commissioni consiliari competenti per valutare «possibili opzioni correttive che non possono essere molte».

Molti cantieri dell'opera sono, infatti, già avviati e i veicoli del nuovo mezzo di trasporto rapido e di massa della città sono in fase di consegna. «Giunti a questo punto - scrive il gruppo consiliare dem - è possibile ragionare soltanto su modifiche che consentano di mettere in strada un sistema senza fili anche nei quartieri, con mezzi elettrici o a metano che, mantenendo le corsie preferenziali previste e il vantaggio viabilistico al trasporto pubblico, possa aspirare a mantenere il finanziamento pubblico».
E tra i cantieri in corso, quello più importato è quello in zona di via Città di Nimes dove è prevista l'unificazione dei sottopassaggi. Sboarina starebbe pensando ad un possibile stop che mantenga la situazione come è ora, quindi con il doppio sottopasso. Ma il PD si chiede: «Sboarina vuole forse rischiare di sprofondare in una vertenza legale infinita per la rinuncia alla realizzazione del sottopasso unico? Vuol forse dire ai cittadini che la strage di alberi in via Dal Cero, che ci era stata presentata come propedeutica ai lavori per la riunificazione dei sottopassi, era evitabile o che potrebbe rivelarsi inutile perché probabilmente il sottopasso non verrà realizzato? Si tenga conto inoltre che, con le varianti ancora non chiarite né definite, e con i parcheggi scambiatori in alto mare, ogni revisione al sistema filobus è destinata a conoscere passaggi burocratici necessariamente lunghi, che inevitabilmente prolungheranno i lavori per altri anni ancora».

I consiglieri del Partito Democratico pretendono dunque chiarezza: «Si cominci con l'ammettere che la consegna del sistema filobus al 2022 è pura fantasia - concludono - Di conseguenza si prendano le contromisure necessarie, dal momento che tale scadenza è indicata nella convenzione con lo Stato e il suo mancato rispetto comporterebbe l'impossibilità di ricevere i finanziamenti statali. Tanti dei danni ora emergenti avrebbero potuto essere prevenuti lo scorso inverno se solo Sboarina, meno altezzoso, avesse discusso la nostra mozione per la convocazione della commissione tecnica. Il suo tardivo ripensamento comporta che i lavori stradali sono destinati a rimanere sospesi per un tempo indefinito? Che anche la ditta che sta installando i plinti dovrà fermarsi? E quali sono le nuove previsioni sul filobus contenute nel Piano per la mobilità sostenibile? La questione riguarda il futuro della città, il sindaco non può sequestrarla e isolarla dal contributo del consiglio comunale».

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