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Maggioranza e opposizione a Verona unite nella richiesta di un Consiglio comunale aperto sulla violenza di genere

Si terrà il 29 novembre: «Tutti ci sentiamo chiamati in causa e ci sentiamo in dovere di coinvolgere tutti e tutte», affermano congiuntamente i consiglieri e le consigliere comunali di Verona

«Verona la prima città in Veneto a convocare un momento di confronto istituzionale aperto alla città sul tema della violenza di genere». È quanto si legge in una nota del Comune di Verona odierna, lunedì 20 novembre: «Giulia Cecchettin - riferiscono da Palazzo Barbieri - è la 105esima vittima di femminicidio in Italia quest’anno. Una donna ogni 3 giorni viene uccisa, spesso per mano di un ex o attuale compagno, marito, fidanzato, pretendente. Per questo, a pochi giorni dal 25 novembre, Giornata dedicata alla lotta contro la violenza di genere, è stato chiesto oggi unitamente dai consiglieri di maggioranza e di opposizione un Consiglio comunale speciale, aperto alla città. L’appuntamento è fissato per mercoledì 29 novembre».

In un messaggio congiunto, i consiglieri e le consigliere comunali di Verona sottolineano: «Di fronte a quest’orrore senza fine, che risveglia le coscienze all’indomani dei sanguinosi fatti di cronaca per assopirle il giorno dopo, sentiamo il dovere di coinvolgere la città attraverso il massimo organismo di rappresentanza democratica. Per questo motivo è stato richiesto un Consiglio comunale aperto alle testimonianze di esperti e persone da coinvolgere in questa battaglia collettiva di cambiamento culturale e sistemico di prevenzione e cura».

Consiglieri e consigliere comunali di Verona quindi rimarcano: «In Italia non manca un percorso normativo: dalla ratifica della convenzione di Instambul al codice rosso, di educazione scolastica dalle linee guida Fedeli 2017 per l’educazione sentimentale nelle scuole, anche a livello veronese possiamo vantare una solida rete di prevenzione e aiuto con il Centro Formazione Antiviolenza P.e.t.r.a. e la rete di associazioni e istituzioni locali. Ma sono ancora tante le domande senza risposta. Secondo il rapporto ActionAid, in Italia si investono 248,8 milioni di euro in tre anni, di cui 80,9% per curare le vittime e solo il 12,4%, ovvero 30,9 milioni, per prevenzione. Troppo pochi per finanziare un cambiamento culturale e sistemico. Tutti ci sentiamo chiamati in causa e ci sentiamo in dovere di coinvolgere tutti e tutte».

Alessia Rotta per il gruppo consiliare comunale Pd Verona e Sabrina Ugolini, portavoce Donne Democratiche di Verona, hanno inoltre commentato così l'iniziativa politica: «Come dice la sorella di Giulia, Elena, questo non è il momento del silenzio, è il momento di parlare per capire». E ancora: «Dal punto di vista della politica, è il tempo di dire basta con questi crimini e di ammettere che esiste una gigantesca lacuna educativa irrisolta nella formazione dei cittadini italiani, anche dei più scolarizzati, a cui è necessario porre rimedio a cominciare dalle scuole adottando tutte le azioni educative e formative necessarie e mettendo in campo tutti gli investimenti richiesti». Rotta e Ugolini quindi concludono: «Da questo Consiglio comunale vogliamo uscire dall’aula con dei fatti concreti, non soltanto con delle belle parole. Più consapevolezza e meno fatalismo».
 

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