Oliviero Toscani: "Vinitaly a Milano". Fantinati (M5S): "Parole senza senso"

"La gente non riesce ad arrivare in Fiera, non ci sono parcheggi a sufficienza. E gli espositori come me non riescono a fare il loro lavoro. È da giorni che ho chiesto la fornitura di un tavolino, me lo devono ancora portare. Qui a Verona vanno bene solo per fare la FieraCavalli. Il Vinitaly ce lo portiamo a Milano". Sono queste le parole del fotografo e pubblicitario Oliviero Toscani, presente al Vinitaly in quanto produttore di vino insieme al figlio. Toscani non è nuovo a uscite del genere, perché già un anno fa se l'era presa con i veneti, definendoli etilici, parole che scatenarono querele fino alle scuse al presidente Zaia, non si sa fino a che punto sincere.

La nuova uscita di Oliviero Toscani ha scatenato nuove polemiche. Veronafiere non ha risposto solo perché pare intenzionata a far parlare gli avvocati dopo aver querelato Toscani. Per il sindaco Tosi, Toscani ha bevuto troppo, un po' come Salvini. E il Deputato veronese Mattia Fantinati del Movimento 5 Stelle scrive le problematiche che Toscani sostiene di aver avuto non sono evidenzate dalla maggior parte degli espositori presenti "visto che confermano la loro presenza e, proprio in questo 2016, si è battuto il record storico con più di 4.100 espositori, con oltre 140 Paesi. Oliviero Toscani decide in totale autonomia e sulla base di non si sa cosa, che a Verona debba esserci soltanto FieraCavalli e che Vinitaly debba cambiare città e andare a Milano. Parole senza senso. Stando ai fatti invece, Vinitaly è nata a Verona 50 anni fa, in una provincia che eccelle, non soltanto, come la prima a livello italiano per export, ma che fa parte di una regione, il Veneto, che con 52 vini a denominazione, 28 Doc, 14 Docg e 10 Igt".