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Family Day e Circolo Pink. Divisi sui diritti civili, uniti per il No al referendum

Il popolo del Family Day sarà domani mattina in piazza Cittadella a dire No alla riforma costituzionale, unica battaglia in comune con il circolo che difende i diritti degli omosessuali

Può sembrare un po' troppo eccessivo usare il termine "accozzaglia" per definire il fronte del No al referendum costituzionale usato dal presidente del consiglio Matteo Renzi. Impossibile però negare che i contrari alla riforma siano un gruppo variegato, che comprende ad esempio gruppi di estrema destra ed estrema sinistra, che per ragioni diverse e legittime non sostengono i cambiamenti voluti dall'attuale governo.

In questo variegato gruppo ci sono anche il popolo del Family Day e il Circolo Pink, che fino a qualche mese fa si scornavano sui diritti civili alle coppie omosessuali e adesso hanno almeno una cosa in comune, voteranno No il prossimo 4 dicembre. Un punto di contatto che però non vuol dire che d'ora in poi andranno d'amore e d'accordo, anzi ci sono distanza che probabilmente non si potranno colmare mai. Ed entrambi lo rimarcano in occasione della manifestazione delle 10 domani, 26 novembre, in piazza Cittadella.

Il comitato animato dai vertici del Family day illustrerà le ragioni della contrarietà alla riforma costituzionale. "Un No motivato e ragionato per fermare l’attacco ai principi della sussidiarietà e della rappresentanza democratica, che annulla i corpi intermedi e allontana la partecipazione del popolo alle decisioni che lo riguardano - fanno sapere dal comitato veronese - Senza dimenticare la battaglia in difesa della vita e della famiglia".

"La decisione di votare No non è una vendetta, ma la logica conseguenza di due fatti - ha aggiunto il presidente del Family Day Massimo Gandolfini - Il governo ha voluto riscrivere l’antropologia della famiglia italiana con due voti di fiducia, impedendo il dibattito parlamentare e senza ascoltare le voci del popolo; la lettura del testo della riforma mostra che il filo rosso che la attraversa è l’accentramento dei poteri nelle mani dell’esecutivo. Un esecutivo che ha già mostrato la sua vocazione autoritaria nell’approvazione della legge sulle unioni civili e che preannuncia di voler approvare le adozioni per tutti, la regolarizzazione della maternità surrogata (utero in affitto), l’educazione gender nelle scuole, la legalizzazione della cannabis e il suicidio assistito. Un governo che va contrastato e non assecondato".

Di sicuro le ragioni del Circolo Pink di Verona a votare No alla riforma non sono il contrasto a un governo che "ha voluto riscrivere l'antropologia della famiglia italiana". E per questo il circolo che si batte per i diritti degli omosessuali non si risparmia una critica al popolo del Family Day: "In fondo Gandolfini e affini hanno sempre un’unica paura, la perdita di quei privilegi educativi ed economici che la gerarchia cattolica romana ha usato per secoli, il loro modello “naturale” e divino è tramontato anche se ha ancora molta presa sul popolo".

E se per la manifestazione di domani è pensabile una tregua tra il Popolo della Famiglia e il Circolo Pink, almeno per il comune intento del No al referendum. Già dal giorno successivo torneranno a scontrarsi sui diritti civili, vista la nuova manifestazione delle Sentinelle in Piedi e con il motto del circolo che rimane "Non abbiamo bisogno di Sentinelle".

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