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Fabio Venturi nuovo presidente di Agsm e il Pd attacca: "Non ha le competenze"

Il presidente della Quinta circoscrizione è stato nominato dal sindaco Tosi alla guida della multiutility sull'energia, dopo essersi visto annullare la sentenza di primo grado per rivelazione di segreti d'ufficio

L'attuale presidente della Quinta Circoscrizione, Fabio Venturi, è il nuovo presidente di Agsm. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Verona Flavio Tosi.
Venturi succede quindi al segretario provinciale della Lega Nord, ed ex compagno di partito, Paolo Paternoster, alla guida della multiutility dell’energia di proprietà del comune, che nel 2014 ha fatturato quasi 800 milioni di euro. Il braccio destro del sindaco di Verona, che lo ha accompagnato anche nella sua corsa alle elezioni regionali, era tornato alla guida della circoscrizione di Borgo Roma dopo l'annullamento della sentenza di primo grado per rivelazione di segreti d’ufficio nella vicenda riguardante i "Bar fracassoni". 

Una scelta che ha dato vita alla pronta protesta del PD veronese, per mano dei consiglieri comunali Michele Bertucco ed Elisa La Paglia:
"Mettere il proprio delfino politico a capo della maggiore e più importante delle partecipate comunali non è esattamente una scelta in linea con l'apertura al mercato sbandierata appena qualche giorno fa dai vertici e dalla dirigenza di Agsm stessa. Significa, al contrario, continuare ad usare le aziende pubbliche come camera di compensazione di equilibri politici infischiandosene di competenze e capacità tecniche. Questa perseveranza (prima Paternoster, segretario Lega Nord, ora Venturi) non fa che aumentare la preoccupazione per il futuro delle aziende che davanti a loro hanno sfide importanti, prima tra tutte l'uscita dalla condizione di isolamento in cui sono state condannate da una politica miope, completamente assente sul piano delle strategie di alleanze. In secondo luogo la spremitura a cui sono state sottoposte da parte dell'amministrazione centrale che ha drenato dalle bollette dei cittadini più di 120 milioni di euro negli ultimi otto anni, riversati nella spesa corrente a mantenimento anche delle numerose sacche di inefficienza ancora esistenti. Terzo, la necessità di chiudere partite perdenti e dannose per il Comune e i per cittadini come il progetto di inceneritore di Cà del Bue che con l'obbiettivo di differenziata al 70% e gli altri limiti imposti dalla Regione sarebbe completamente inutile e inutilmente costoso".

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