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Nomine enti e partecipate, il caso Corsi: incompatibile per una vecchia condanna

L'esponente della Lega Nord, alle ultime amministrative il secondo più votato del partito dopo Fontana, aveva già perso la sfida con Michele Croce per la presidenza di Agsm, venendo dirottato verso quella dell'Istituto Assistenza Anziani, ma le grane non sono ancora finite

Ora la situazione si fa davvero complicata. Non solo le polemiche, in parte preventivate senza dubbio, da parte delle opposizioni, non solo le singolari dimissioni di Colognato per "motivi personali" dopo quasi nemmeno 24 ore dall'incarico appena ricevuto per presiedere Solori, ora anche l'incompatibilità del leghista Enrico Corsi a ricoprire il ruolo di presidente dell'Istituto Assistenza Anziani per il quale era dato in pole position

Erano state ore frenetiche e ad alta tensione quelle che avevano preceduto la decisione del Sindaco Federico Sboarina di assegnare la presidenza di Agsm a Michele Croce, con in ballottaggio proprio Enrico Corsi, ex assessore dell'era leghista di Flavio Tosi poi rimosso all'indomani della sconfitta alle elezioni regionali del 2015 e dopo la cacciata dell'allora primo cittadino veronese dal partito delle camicie verdi.

Ora è arrivata la nuova "beffa", l'incompatibilità dello stesso Corsi per il ruolo di presidente della casa di riposo di Villa Monga, poltrona agognata che vale oltre 40 mila euro lordi e che sarebbe spettata proprio all'ex assessore, il quale, alle ultime elezioni, è risultato essere il candidato della Lega Nord più votato dopo l'attuale vicesindaco Lorenzo Fontana. E per finire a ricoprire un ruolo di peso in una qualche partecipata, lo stesso Corsi aveva appunto rinunciato al seggio in consiglio comunale, eppure fino ad ora era sfuggito a tutti un piccolo ma decisivo dettaglio.

Come confermato quest'oggi anche dal Corriere del Veneto, dopo che già nei giorni scorsi la questione era stata ventilata da più fronti, nello statuto del Comune di Verona esiste una clausola che impedisce la nomina nelle partecipate a chi abbia subìto delle condanne definitive. Ed è appunto il caso di Enrico Corsi, condannato nel 2009, ironia della sorte proprio al fianco di Flavio Tosi ed altri esponenti del Carroccio, per propaganda di idee razziste. La condanna a due mesi di pena sancita dalla Cassazione, faceva riferimento ai toni, giudicati razzisti, di una raccolta firme per lo sgombero dei campi nomadi indetta nel 2001 dagli esponenti della Lega Nord. 

In attesa dunque della decisione del Tribunale in merito alla riabilitazione e all'estinzione della condanna richieste dallo stesso Corsi, i tempi stringono e impedirebbero così la nomina dell'esponente leghista, essendo l'udienza fissata a febbraio e il consiglio di amministrazione dell'Istituto Assistenza Anziani in scadenza invece alla fine di agosto. Una vecchia vicenda giudiziaria, insomma, che però a quanto pare non ha cessato di far sentire i suoi pesanti effetti sul presente.

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