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Elezioni Porto San Pancrazio

Nessun accordo sul presidente, la Settima tornerà alle urne

Nessuno dei candidati è riuscito a raggiungere la maggioranza necessaria per l'elezione. I cittadini dovranno quindi tornare a votare e Palazzo Barbieri dovrà quindi spendere altri 180 mila euro circa

Brutte notizie per gli abitanti della Settima Circoscrizione e per le tasche di tutti i cittadini veronesi. Gli elettori residenti nei quartieri di San Michele e Porto San Pancrazio dovranno tornare a votare per eleggere nuovamente il consiglio della Settima Circoscrizionei, in quanto l'altra sera, all'ultima scadenza possibile, i suoi membri non sono riusciti a eleggere il presidente. Il mancato accordo sulla nomina porterà al ritorno alle urne per eleggere nuovi 18 consiglieri. Le elezioni-bis comporteranno un'ulteriore spesa per Palazzo Barbieri, stimata in circa 180 mila euro. Tra i vari gruppi politici non è mai stata raggiunta un'intesa: tosiani e Pdl si rinfacciano le responsabilità, mentre il Pd accusa il Movimento 5 Stelle.

Il sindaco Flavio Tosi ha preso la parola su quanto accaduto, un evento che non si è mai verificato in 34 anni di amministrazione, ovvero da quando esistono le Circoscrizioni. Per il primo cittadino l'unica soluzione possibile è quella di andare alle urne in primavera, accorpando così le elezioni-bis a quelle politiche e risparmiando quindi almeno una parte delle spese previste. Il problema però è che il Consiglio della Settima andrebbe sciolto entro pochi giorni e, stando alle regole attuali entro 90 giorni da quella data, cioè da metà ottobre, si dovrebbe tornare alle urne. In teoria, dunque, si arriverebbe al voto a metà gennaio, ben lontani dalle urne per il parlamento, previste come minimo per marzo. 

Si pensa anche a rinnovare il sistema di voto, visti i pessimi risultati ottenuti finora. Lista Tosi e Lega avevano lanciato la proposta di sistema di voto maggioritario con elezione diretta del presidente (si sa prima del voto chi è il candidato presidente e chi lo sostiene) e del premio di maggioranza. Oggi nei quartieri, infatti, si vota con il proporzionale e poi sono gli eletti a eleggere il presidente, con accordi di programma. Il sistema in Settima è stato assolutamente inconcludente: il candidato presidente Giorgio Gugole, Civica Tosi, contava solo su otto voti su 18 (sette della Civica Tosi più uno della Lega); Daniele Perbellini (Pdl) ex presidente, aveva invece due voti del Pdl, cinque del Pd e uno dell'Udc. I due del 5 Stelle non si sono schierati. Quindi nessuno aveva la maggioranza di 10 voti su 18.

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