Elezioni comunali, guida al voto disgiunto: cos'è e quando si realizza
Nelle città con più di 15mila abitanti si potrà dare la propria preferenza a un candidato sindaco e contemporaneamente, sulla stessa scheda, anche la preferenza a una lista che non sostiene quello stesso sindaco
Nelle votazioni per decidere sindaco e consiglio comunale delle città con più di 15mila abitanti è ammesso il voto disgiunto. Una o più liste presentano il suo candidato sindaco (un candidato può essere appoggiato da più liste). I voti possono essere due sulla stessa scheda: uno per la lista con l'eventuale preferenza di un nominativo, e uno per il candidato sindaco. In breve, il "voto disgiunto" si realizza quando l'elettore vota per una lista e contemporaneamente sul nome di un candidato sindaco diverso da quello che la stessa lista sostiene. I voti sono diversi, ma entrambi validi.
Saranno cinque le "combinazioni" possibili una volta nell'urna:
- si potrà dare il proprio voto a un candidato sindaco senza scegliere la lista;
- si potrà dare il proprio voto a una delle liste (senza barrare nessun altra casella il voto andrà automaticamente al sindaco sostenuto dalla lista);
- si potrà dare il proprio voto a un candidato sindaco e a una delle liste che lo sostengono (il voto "congiunto");
- si potrà dare il voto a un candidato sindaco e a una delle liste che NON lo sostengono (il voto "disgiunto");
- e infine dare la propria preferenza a uno dei candidati in consiglio comunale, scrivendone nome e cognome sulla riga accanto al nome della lista.