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Domeniche senz'auto. Tosi: "Così sono inutili. È solo una Ztl allargata"

"In tutti i quartieri non centrali, cioè oltre il 90% della città, non cambierà nulla", ha dichiarato l'ex sindaco. E Bertucco consiglia di chiedere più fondi alla Regione

Qualcuno continua a chiamarle domeniche ecologiche, anche se il Comune di Verona le ha ribattezzate Mobility Days. Sei domeniche, a partire da quella del 3 dicembre, in cui il traffico non sarà bloccato in tutta la città di Verona, ma in un'area più larga dell'attuale Ztl. Da Porta Nuova, Porta Palio e Porta San Zeno ad esempio non si potrà più accedere verso il centro cittadino, eccezion fatta per i residenti.

Un'iniziativa presa dall'amministrazione per provare a limitare le concentrazioni di polveri sottili nell'aria che d'inverno si fanno sempre pericolosamente alte. Un'iniziativa criticata dalle opposizioni cittadini, a partire dall'ex sindaco, ora consigliere comunale di minoranza Flavio Tosi.

In tutti i quartieri non centrali, cioè oltre il 90% della città, non cambierà nulla - scrive Tosi - E quasi tutti i quartieri a ridosso del centro sono molto più inquinati dal traffico veicolare, quindi sotto questo profilo il provvedimento è contraddittorio, si chiude la zona che soffre meno per i mezzi a motore, proprio perché c'è la ztl a proteggerla da anni. L'inquinamento è molto più presente nelle arterie di penetrazione (che rimarranno aperte) ed è causato principalmente dagli impianti di riscaldamento e dalle attività produttive.

Di solito Michele Bertucco non è in sintonia con Tosi e in effetti il suo attacco alla giunta Sboarina è diverso nei contenuti, ma comunque i due sono concordi nel ritenere poco utili i Mobility Days.

La loro efficacia è trascurabile e sono troppo concentrati sul benessere dell'area afferente al centro storico - dichiara Bertucco - Il provvedimento avrebbe tutt'altro significato se fosse presentato e spiegato come sperimentazione di un qualcosa destinato a diventare definitivo dopo l'adozione e l'applicazione del Pums, e se fosse esteso anche ai quartieri, ad esempio con la pedonalizzazione sperimentale della piazza principale di ciascun quartiere. Volenti o nolenti, se si vuole combattere seriamente il problema dell'inquinamento occorrerà metter mano alla ripartizione della spesa pubblica in favore di investimenti non di facciata sulla mobilità sostenibile. Il Comune può cominciare a bussare alle porte di Venezia che, a fronte della tanto sbandierata autonomia, continua a permettere tagli ai finanziamenti del trasporto pubblico locale e che da decenni lascia a bocca asciutta Verona di opere significative.

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