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Degrado alla stazione di Porta Vescovo, chiesta una riqualificazione

Il PD locale vorrebbe che la stazione diventi un «punto di interscambio modale tra gomma, ferro e mobilità sostenibile». E Venturi di Generazione Verona aggiunge: «È necessario trovare un accordo perché questo luogo torni ad essere uno scalo»

Bivacchi di senzatetto, vetri rotti, sporcizia e viaggiatori importunati. Un degrado diffuso nella stazione ferroviaria di Porta Vescovo, che non permette ai cittadini di usufruire serenamente dello scalo e non permette ai dipendenti delle Ferrovie dello Stato di lavorare senza sentirsi in pericolo, a causa della presenza continua di ubriachi. Una situazione resa ancora più precaria dalla scarsa presenza di agenti di polizia, dalla poca illuminazione e da una videosorveglianza poco efficace.

Insomma nella stazione di Verona-Porta Vescovo si fatica a stare tranquilli ed il massimo che l'amministrazione comunale riesce a fare è qualche segnalazione al questore e qualche intervento di pulizia attraverso gli operatori di Amia. Troppo poco per i consiglieri di opposizione. Il Partito Democratico ricorda il lavoro svolto tra il 2010 e il 2016 per spingere Rfi e Regione Veneto a rivitalizzare la stazione.

Avevamo strappato una serie di promesse e sarebbe compito dell'amministrazione comunale fare in modo che vengano rispettate - scrivono i consiglieri Stefano Vallani, Federico Benini ed Elisa La Paglia - Con un bacino teorico di 80mila utenti, senza contare studenti e turisti, la stazione ferroviaria di Porta Vescovo ha un potenziale superiore anche ad alcune città venete di capoluogo. Il problema riguarda l'assoluta mancanza di qualsivoglia servizio dedicato ai viaggiatori. Da subito si può pertanto cominciare a ragionare con Rfi e Regione Veneto su quali spazi potrebbero essere locati per dare dare servizi ai pendolari e rendere il luogo vivo. Le stazioni ferroviarie devono essere luogo di luce, commercialmente frequentate, in cui pendolari e i turisti si sentano sicuri di accedere. In seconda battuta, si può cominciare col sistemare piazzale e viale: il primo è ancora privo di segnaletica stradale, il secondo è ancora privo di una adeguata illuminazione. Terzo, ma non per ultimo, c'è tutta la partita, ancora di stretta competenza comunale, della riqualificazione del nodo viabilistico di Porta Vescovo, di cui la stazione ferroviaria è parte integrante. Non è difficile leggere per la stazione un futuro da punto di interscambio modale tra gomma, ferro e mobilità sostenibile. Si tratta dunque di portarvi treni, bus e collegamenti ciclabili sicuri, il che è evidentemente compito del Comune oltre che della Regione e di Rfi.

«A Porta Vescovo serve un progetto di riqualificazione complessiva che faccia tornare vive e decorose la stazione e l'intera area - ha aggiunto la consigliera regionale del PD Orietta Salemi - E di questo la responsabilità spetta a Comune e Regione che devono collaborare con le Ferrovie dello Stato per valorizzare la seconda stazione della città. Porta Vescovo ha bisogno di un piano strategico che parta dalla stazione, e dalle opportunità che questa offre nei collegamenti con l'università, l'aeroporto, l'est veronese e il sistema ferroviario regionale, e si allarghi all'intera area per farne una zona davvero viva, in modo da eliminare il senso di degrado e abbandono che oggi si respira».

E il tema della stazione di Porta Vescono è stato uno dei primi affrontati dall'associazione Generazione Verona di Fabio Venturi. «Questo spazio deve essere riqualificato a spese di Ferrovie, con la quale è necessario trovare un accordo perché questo luogo torni ad essere uno scalo e non più solo ed esclusivamente mera zona di passaggio - ha detto Venturi - Nell'opera di recupero vanno inseriti anche il piazzale antistante, il viale che conduce a Porta Vescovo e deve essere l'occasione per inserire servizi irrinunciabili quali bike sharing, parcheggi, autobus, insomma tutto quanto necessario a rendere Porta Vescovo una vera stazione. Vanno utilizzate le compensazioni derivanti dall'Alta Velocità. Queste risorse devono essere destinate proprio alla riqualificazione di questa zona di Verona, invece, che ostinarsi sul progetto Central Park. È giusto destinare parte dei fondi per la realizzazione del parco, ma è fondamentale utilizzare il restante per Porta Vescovo. Così facendo si andrebbe ad aiutare l'intero quartiere di Veronetta».

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