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Franceschini: "La stagione lirica si farà". Ma restano dubbi sul risanamento

Il Ministro dei Beni Culturali, durante l’audizione alle Commissioni riunite Cultura di Camera e Senato, ha confermato il regolare svolgersi del festival areniano ma anche di consegnare un piano di risanamento per il 30 giurno. E il M5S attacca

"La stagione lirica estiva all’Arena di Verona si svolgerà regolarmente". Così il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini durante l’audizione alle Commissioni riunite Cultura di Camera e Senato sul commissariamento della Fondazione Arena di Verona.
Franceschini poi ha proseguito affermando che il regolare svolgimento del festival areniano "era uno dei due compiti indicati nel decreto di nomina del commissario Carlo Fuortes. E la stagione estiva all’Arena si farà. L’altro punto espressamente indicato era di verificare la possibilità di presentare un piano di risanamento vero entro il 30 giugno, termine previsto dalla Legge di Stabilità 2016 per poter far domanda di accedere ai benefici della legge Bray. Si richiede un piano di risanamento sostanziale e credibile, oppure in assenza di questa possibilità si dovranno avviare gli atti per la procedura di liquidazione della Fondazione Arena. Quindi o ci sarà il piano di risanamento, o la liquidazione. Questo è il quadro complessivo della situazione della fondazione lirico-sinfonica veronese".

“Quanto ha esposto stamane il Ministro Franceschini, parlando alle Commissioni Riunite della Fondazione Arena, è insufficiente” questo il commento a caldo dell'Onorevole del Movimento 5 Stelle Mattia Fantinati.
"Stiamo assistendo ad una situazione davvero paradossale - ha proseguito il politico veronese-. Da una parte il Ministro garantisce la stagione lirica estiva al via il prossimo 24 giugno, dall’altra sottolinea come il Commissario Fuortes debba, entro il 30 giugno, presentargli un piano di risanamento oppure si procederà alla liquidazione della Fondazione Arena. Forse non si stanno rendendo conto che con questi messaggi contrastanti, si allontanano i melomani, gli appassionati di lirica che portano un indotto fondamentale per Verona e Provincia, oltre a creare un grave danno di immagine della città scaligera in tutto il mondo. Il Ministero in questi anni non ha vigilato sufficientemente, non ha nemmeno controllato che i fondi destinati alla Fondazione Arena venissero gestiti al meglio; ha semplicemente appoggiato, senza riserve e valutazioni, quanto indicato dal Consiglio di Indirizzo. Erroneamente perché ad oggi la Fondazione ha un buco di bilancio pari a 24 milioni di euro e un Commissario, Fuortes, che ieri è andato in tutta fretta a chiedere ad Unicredit i soldi per pagare gli stipendi di marzo ai lavoratori. Questo non è risolvere un problema è soltanto prendere o perdere tempo. Bisognerebbe invece parlare di tagli, partendo dagli sprechi. Per volontà del Sindaco Tosi, dal 2012 la Fondazione Arena paga un milione di euro annui per il canone di locazione, le spese vive e la manutenzione del Museo AMO, una attività parallela alla Fondazione. I profitti annuali del museo AMO corrispondono all’incirca a 100mila euro, per una perdita quindi di 900mila euro. Oltre a chiedere una assunzione di responsabilità in merito ci chiediamo: chi abbia vigilato su questa situazione dal momento che stiamo parlando di soldi mal gestiti provenienti dal fondo FUS.”

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