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Crediti edilizi incagliati, a Verona rischio stop lavori per 227 condomini. Bozza: «Regione riparta da mia proposta»

Il consigliere di Forza Italia spinge per l'approvazione della propria mozione da parte del Consiglio, con la quale chiede che la Regione si avvalga di Veneto Sviluppo affinché «incanali i suoi solidi rapporti con il sistema bancario e con i Confidi veneti per persuaderli e incentivarli ad acquisire i crediti dalle aziende»

Crediti superbonus 110% incagliati, a Verona rischio blocco dei lavori di ristrutturazione già avviati per 227 condomini, come stima Confartigianato. Situazione che ha vistoo il consigliere regionale veneto per Forza Italia, Alberto Bozza, tornare a spingere sulla sua mozione, che attende di essere votata dallo stesso Consiglio regionale. Il politico veronese chiede che la Regione si avvalga di Veneto Sviluppo, ente regionale, affinché «incanali i suoi solidi rapporti con il sistema bancario e con i Confidi veneti per persuaderli e incentivarli ad acquisire i crediti dalle aziende».
Questa soluzione, secondo Bozza, può essere affiancata al progetto che sta sviluppando la Regione inerente alla realizzazione di una piattaforma digitale dove imprese e privati possano cedere i crediti incagliati. «Progetto a cui plaudo e che condivido, ma che da solo non è sufficiente», chiosa Bozza. Il quale torna sui contenuti della sua proposta: «La Holding Veneto Sviluppo nel nuovo assetto societario delineato con la recente legge regionale (LR n. 14 del 04/07/2023 nda) potrebbe attivarsi attraverso le società controllate per stimolare la cessione dei crediti agli istituti di credito e gli intermediari vigilati. Fra gli intermediari finanziari autorizzati si annoverano i Confidi, che in Veneto sono sette, i quali potrebbero avere idonea capienza fiscale per acquisire la cessione dei crediti».

Bozza, pur comprendendo e sostenendo le ragioni che hanno spinto la Class action nazionale dell’edilizia (Cande) a chiedere che la Regione si faccia carico dei crediti incagliati, critica apertamente la consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda che ha messo il cappello politico sull’iniziativa: «La consigliera Guarda finge di non sapere che né la Regione né gli enti collegati possono comprare i crediti incagliati per espresso divieto normativo ribadito più volte anche dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. La collega Guarda getta fumo negli occhi e illude pericolosamente un comparto edilizio già in sofferenza e che merita di essere sostenuto e tutelato utilizzando però strade percorribili e realistiche».

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