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Bar, ristoranti e turismo: il blocco che scontenta la Lega: «Attività a rischio»

Zavarise e Fontana parlano di «una scelta che rischia di compromettere il futuro di tante attività», in merito all'apertura non prima dell'1 giugno per bar e parrucchieri

Le misure del nuovo Dpcm presentato ieri dal premier Giuseppe Conte hanno prontamente scatenato le reazioni della politica, a livello sia locale che nazionale. Tra i motivi scatenanti le polemiche si annoverano da un lato la mancata liberalizzazione delle funzioni religiose come le messe (consentiti i funerali secondo precisi parametri), ma anche la mancata riapertura di attività commerciali, quali i negozi di vendita al dettaglio, i bar e ristoranti, infine di quegli esercizi dediti ai servizi alla persona quali parrucchieri e centri estetiti. Per loro è tutto rinviato, chi al 18 maggio, chi all'1 giugno, sempre nella speranza che le cose sotto il profilo epidemiologico non peggiorino.

Dal fronte Lega a prendere posizione sono stati anziutto l'On. Lorenzo Fontana, deputato e vicesegretario federale, ma anche l'assessore al commercio del Comune di Verona Nicolò Zavarise: «I titolari di bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici dovranno aspettare il primo giugno per "riaprire più ampiamente", come annunciato dal premier Conte? È una scelta che rischia di compromettere il futuro di tante attività. - sostengono Fontana e Zavarise - In sicurezza, e con tutte le precauzioni del caso, pensiamo che ci siano i margini per consentire aperture, nel pieno rispetto delle regole, ben prima della data indicata. Porteremo all'attenzione del governo l'appello che arriva da tanti imprenditori e categorie».

Anche Sergio Berlato, deputato italiano al Parlamento europeo, ha commentato duramente il nuovo Dpcm per il 4 maggio prossimo: «Abbiamo rispettato diligentemente le regole imposte da questo governo durante questi lunghi mesi a causa dell’emergenza sanitaria, - dichiara Berlato - ma adesso il problema sta diventando molto più grave dal punto di vista economico ed occupazionale. Durante questo lungo periodo abbiamo subito le fastidiose privazioni della libertà individuale, nella speranza che questo potesse servire a far ripartire più presto l’Italia. Dopo mesi di sacrifici, tutti noi ci aspettavamo un graduale allentamento dei divieti per favorire la ripresa economica di una nazione oramai messa in ginocchio. Contrariamente alle nostre più che legittime aspettative, - conclude Berlato - il governo ha deciso di prorogare i divieti di spostamento dei cittadini anche dopo il 4 maggio. il governo impedisce la ripartenza della maggior parte delle imprese italiane, mortificando ancora una volta il settore turistico che è tra i settori trainanti della nostra economia».

Sul tema del turismo è intervenuto anche il consigliere regionale veneto di Fratelli d'Italia Stefano Casali, appellandosi però proprio direttamente alla Regione Veneto. "La Regione del Veneto si impegni ad avviare l’iter a sostegno del settore turistico e della defiscalizzazione delle spese sostenute per le ferie degli italiani", è infatti questo il titolo della mozione presentata dai Consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Stefano Casali, primo firmatario, insieme ai colleghi Andrea BassiJoe FormaggioElena Donazzan e Massimo Giorgetti che in una nota congiunta spiegano: «Con una mozione abbiamo chiesto alla Regione di farsi portavoce per aiutare gli imprenditori e tutti i lavoratori del settore turistico, affinché abbiano le opportune tutele. Il comparto turistico è in crisi a causa del Covid-19: si pensi che il 68% dei visitatori che arrivano nella nostra regione provengono da altri paesi. Si stima che da marzo a maggio l’economia italiana perderà oltre 7,4 miliardi di euro e più di 24mila posti di lavoro sono a rischio solo nella nostra regione. Il Veneto, inoltre, è la prima regione italiana per afflusso turistico e ricopre il sesto posto nella classifica Top 20 Europa».

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