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Verona, cambia la tassa di soggiorno. E una nuova impresa per Unicoge

Il consiglio comunale ha modificato alcuni articoli del regolamento dell'imposta di soggiorno. La consigliera PD Elisa La Paglia: «L'imposta di soggiorno ora diventa triste marchetta politica»

Una nuova impresa (newco) per acquistare quote della società di gestione energie Unicoge. L'operazione sarà realizzata da Agsm ed è stata approvata ieri, 20 dicembre, dal consiglio comunale di Verona, con 23 voti favorevoli, 3 contrari e 4 astenuti. «Stiamo dando la possibilità ad una nostra azienda di accrescere il proprio volume d'affari - ha spiegato l'assessore alle aziende partecipate Daniele Polato - Con l'operazione sarà data ad Agsm la possibilità di ampliare e rafforzare la propria presenza sul mercato tramite l'acquisizione di realtà operanti nel medesimo settore, con l'obiettivo specifico di incrementare la clientela dalle attuali 400mila utenze a 500mila. Ricordo che, per anni, sono state le risorse di Agsm e delle altre partecipate a sostenere attività e servizi del Comune. La newco è il mezzo che consentirà ai comuni di Cologna Veneta e di San Bonifacio, nonché ad Agsm, di partecipare in Unicoge e di mantenere il controllo pubblico di tale società, dal momento che quattro dei comuni fondatori hanno deciso di cedere le proprie quote. Al termine dell’operazione, la nuova impresa avrà il controllo di Unicoge con una quota complessiva pari all'87,8%».
Unicoge ha sede legale a San Bonifacio, opera nel libero mercato nella gestione delle risorse energetiche, con un valore di produzione pari a 2,8 milioni di euro, dei quali, 21,7 milioni per la vendita di gas naturale e 6,3 milioni per energia elettrica.
«Si tratta di un'operazione senza fini istituzionali - ha dichiarato la consigliera del Movimento 5 stelle Marta Vanzetto - Lo dimostra l'uscita dalla società di alcuni dei comuni fondatori, che secondo la Legge Madia, non possono più aderire a tali strutture aziendali. È paradossale che il Comune di Verona, invece di dismettere società, si trovi oggi a crearne una nuova».
«Molte le perplessità sull'operazione - ha aggiunto il consigliere di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco - Ci sono tutta una serie di vertenze aperte che interessano Unigeco e che non fanno intravvedere nulla di buono per il futuro. Forse si doveva approfondire meglio prima di procedere».
Critico anche il consigliere del Partito Democratico Federico Benini: «L'amministrazione ha deciso di creare una società nuova invece di procedere, come richiesto per legge, ad una seria razionalizzazione di quelle già esistenti. Una scelta sbagliata, che non intendiamo appoggiare».
«Siamo di fronte ad un'azienda partecipata - ha dichiarato il consigliere di Verona Civica Tommaso Ferrari - che invece di rispettare le indicazioni di legge, si comporta come una privata e continua in un programma di espansione societaria».

Approvato, con 22 voti favorevoli e 4 contrari, il piano di razionalizzazione delle società partecipate. Come indicato dal Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica, le amministrazioni non possono, direttamente o indirettamente, mantenere partecipazioni, anche minoritarie, in società aventi ad oggetto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il proseguimento delle proprie finalità. Per tanto, il Comune deve effettuare annualmente un'analisi sull'assetto complessivo delle società in cui detiene partecipazioni, predisponendo, un piano per la loro razionalizzazione.
Il Comune di Verona possiede attualmente nove partecipazioni dirette e settantanove indirette, mente il solo gruppo Agsm Verona risulta costituito da ventotto partecipazioni societarie stratificate a diversi livelli. Accolti quattro dei sette emendamenti collegati, uno a firma del consigliere Mauro Bonato (Lega) e tre della consigliera Paola Bressan (Battiti per Verona).

Approvato all'unanimità, con 25 voti favorevoli, l'atto d'indirizzo per l'individuazione degli obiettivi strategici per la prevenzione della corruzione e della trasparenza. Al documento si dovrà conformare il piano triennale 2019/2021 della prevenzione della corruzione che, fra gli obbiettivi strategici, dovrà riportare: creazione di un gruppo permanente di lavoro per il coinvolgimento dei dirigenti e dipendenti delle strutture organizzative dell’ente; misure tese all'informatizzazione e alla standardizzazione delle procedure, in modo da favorire lo snellimento e la semplificazione dell’azione amministrativa; misure di prevenzione che favoriscano la massima trasparenza dell'attività amministrativa; monitoraggio del rispetto dei termini di legge per la risposta alle richieste da parte di tutti gli uffici.

Con 21 voti favorevoli e 4 astenuti, sono state approvate le modifiche ad alcuni articoli del regolamento dell'imposta di soggiorno. In particolare, nel nuovo testo: ogni anno la giunta stabilirà che una quota del gettito dell'imposta sia destinata ad interventi a favore del turismo, proposti dalle associazioni maggiormente rappresentative dei titolari delle strutture ricettive; qualora il soggetto passivo si rifiuti di versare l'imposta di soggiorno, sarà onere del gestore della struttura, dell'intermediatore immobiliare o del soggetto gestore di portali telematici, segnalarlo al Comune; la soglia massima di cinque pernottamenti, per l'applicazione dell'imposta, si utilizza anche a soggiorni senza interruzioni che siano a cavallo di due mesi contigui; l'informativa sull'applicazione dell'imposta di soggiorno dovrà essere pubblicata, anche tramite collegamento telematico al sito del Comune di Verona, sui siti internet dei gestori delle strutture, degli intermediari e dei soggetti gestori di portali telematici; il conto di gestione, dovrà essere inviato, entro il 30 gennaio, in via telematica sul portale dell'imposta di soggiorno; qualora l'imposta di soggiorno sia riscossa direttamente dagli intermediatori immobiliari o dai soggetti gestori di portali telematici, il titolare della struttura è tenuto, comunque, a dichiarare il numero dei pernottamenti unitamente al numero degli ospiti, che hanno prenotato e pagato il corrispettivo della struttura tramite portale telematico o intermediario di locazione.
Particolarmente contrariata e addirittura nauseata la consigliera del PD Elisa La Paglia, soprattutto sulla modifica che permetterà alla giunta di decidere che una parte dei proventi della tassa di soggiorno sarà destinata non seguendo la volontà del Comune ma quella dei privati. «Ecco servita la storpiatura della legge e la negazione ai consiglieri di proporre utilizzi degli introiti della tassa, lo faranno solo alcune associazioni di strutture ricettive - ha scritto La Paglia su Facebook - Quindi quella tassa di soggiorno che dovrebbe mitigare i disagi dei residenti per il turismo di massa che alcune zone subiscono, che dovrebbe essere usata per valorizzare il nostro patrimonio culturale, per implementare i servizi al turismo stesso affinché migliori la qualità dell'esperienza di visita ora diventa triste marchetta politica»

Approvata, con 22 voti favorevoli e 7 astenuti, la legittimità del debito fuori bilancio per complessivi 27.911 euro, a copertura della richiesta di risarcimento danno avanzata dalla società sportiva dilettantistica Css, incaricata dal Comune, dal 2000 al 2006, della gestione del Centro Nuoto di via Santini. Per quanto stabilito dalla sentenza della Corte d’Appello di Venezia, il Comune deve alla Css, 23.383 euro di parte capitale e 4.528 per interessi maturati.

Con 27 voti favorevoli e 7 astenuti, è stata approvata la legittimità del debito fuori bilancio per il pagamento alla Provincia di complessivi 535.639 euro. La somma corrisponde al canone di occupazione di suolo pubblico che, nel 2014, la Provincia pago al Comune per l'esecuzione di alcuni lavori su un immobile di sua proprietà. Secondo quanto deciso dalla Corte di Appello di Venezia, l'ente comunale dovrà corrispondere alla Provincia euro 488.354 di quota capitale ed euro 47.284 per interessi legali.

Ad inizio seduta, il presidente del consiglio comunale Ciro Maschio ed il sindaco Federico Sboarina hanno ricevuto in sala Gozzi la "Luce di Betlemme", simbolo di pace e di solidarietà. La fiammella è stata portata in dono alla città di Verona da una delegazione di rappresentanti dell'associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (Agesci) e del Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani (Cngei). Dal 1986, nei giorni precedenti il Natale, uno scout dell'Austria accende una luce dalla lampada nella grotta di Betlemme e la porta a Vienna e da lì viene diffusa in tanti paesi europei.

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