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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Centro storico / Piazza Bra

Manca il numero legale e la Variante 23 non passa in consiglio comunale

Il PD continua a chiederne la sospensione. "Non c'è nessuna necessità di approvarla. Si lascerebbe in eredità una pianificazione del territorio squilibrata"

Niente via libera nel consiglio comunale di ieri sera, 7 dicembre, alla variante 23 del Piano degli Interventi. La proposta presentata dall'assessore all'urbanistica lo scorso 30 novembre non è stata bocciata, ma non era possibile votarla per mancanza del numero legale. L'assise era composta solo da 18 consiglieri. 

Il consiglio si è concluso con l'intervento di Michele Bertucco, contrario alla proposta. Bertucco aveva anche presentato una mozione per sospendere la variante. Mozione respinta in un precedente consiglio comunale straordinario. Michele Bertucco ha voluto comunque ribadire "la complessiva mancanza di strategie da parte di questa amministrazione - ha dichiarato il consigliere - La variante non sembra tenere conto delle necessità urbanistiche del territorio ed invece di mostrare un’idea di città per il futuro, affida ai privati ogni decisione. Sul piano urbanistico persiste la volontà edificatoria di residenziale per il territorio della terza circoscrizione e di commerciale sulla quinta. Scelte che ancora una volta non tengono in alcun modo in considerazione le esigenze dei cittadini e, in particolare, la criticità già evidente di una mobilità ormai per molti aspetti al collasso".

Prima dell'inizio del consiglio, poi concluso con un nulla di fatto per mancanza del numero legale, il capogruppo PD Luigi Ugoli aveva espresso una netta contrarietà alla Variante 23. "Prima di caricare il territorio con altro cemento, commerciale, residenziale e di servizi probabilmente non necessari, ribadiamo la necessità di procedere ad un serio e completo monitoraggio del Piano degli Interventi come prescrivono le regole urbanistiche e pianificatorie", ha scritto Ugoli manifestando la volontà di sospendere l’esame della Variante 23. "A differenza di quanto vuole far credere l’amministrazione - conclude Ugoli - non c’è una necessità stringente per approvare la variante prima della scadenza del mandato. L'amministrazione dovrebbe ben comprendere l'opportunità di non lasciare ai suoi successori una pesante eredità di una pianificazione del territorio eccessivamente squilibrata".

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