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Congresso Mondiale delle Famiglie: Palazzo Chigi revoca l'uso del logo

«Nessun riconoscimento, nessuno spazio a chi vuole riportare la condizione delle donne del nostro Paese al Medioevo», ha commentato Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana. Soddisfatta anche la deputata del PD Alessia Rotta

Se confermata la notizia che Palazzo Chigi oltre al patrocinio revocherà pure l’uso del logo ufficiale del governo italiano, utilizzati dal cosidetto Congresso Mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Verona, è una buona notizia. È quello che abbiamo chiesto pubblicamente e in varie interrogazioni parlamentari delle ultime settimane.
Nessun riconoscimento, nessuno spazio a chi vuole riportare la condizione delle donne del nostro Paese al Medioevo.

È Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali, segretario nazionale di Sinistra Italiana a commentare la notizia che si è diffusa nella giornata di martedì, sulla revoca da parte del Governo del permesso per l'utilizzo del del logo della Presidenza del Consiglio dei ministri per il Congresso Mondiale delle Famiglie che si terrà a Verona il 29 marzo, già al centro di polemiche e proteste

Con una nota diffusa, Palazzo Chigi già nei giorni scorsi si era allontanato dall'iniziativa di stampo conservatrice che gode del sostegno del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, respingendo le voci che la vedevano patrocinata dal Governo: «Si tratta di una iniziativa autonoma del ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, attraverso procedure interne agli uffici e che non hanno coinvolto direttamente la Presidenza del Consiglio».

La decisione della Presidenza del Consiglio dei Ministri di ritirare il logo al Congresso delle Famiglie di Verona è una vittoria non solo del Pd, che insieme alle opposizioni al Senato aveva presentato una mozione in tal senso, ma di tutte le cittadine e i cittadini democratici che credono nel rispetto della Costituzione.

Lo ha dichiarato la deputata veronese Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico

Anche oggi abbiamo avuto la conferma che le “famiglie naturali”, prese a modello dagli organizzatori del congresso, possono dare prova di orrori come la costrizione alla prostituzione da parte di una madre nei confronti di una figlia tredicenne o le violenze sessuale ripetute da parte di “un bravo padre di famiglia” che, non contento, postava le immagini della violenza sui social. Non è con la difesa a oltranza della famiglia come organismo al di sopra del leggi civili e divine - sottolinea la deputata Dem - che si tutelano i figli e si superano le condizioni di fragilità, e soprattutto non con l’odio nei confronti dell’omosessualità o con l’omotransfobia.
In un Paese dove anche oggi una donna rischia la vita per mano dell’ex, dove in meno di una settimana due donne sono state vittime di femminicidio, la priorità del governo - conclude Rotta - dovrebbe essere il contrasto alla violenza, il sostegno attivo alla condizione femminile, la lotta alle disuguaglianze e l’impegno per un cambio culturale radicale nel rispetto delle differenze a partire dalla scuola.

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