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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Commenti e valutazioni politiche il giorno dopo il referendum sull'autonomia

Di solito, chi vince festeggia e chi perde parla. Dopo la votazione del 22 ottobre invece parlano tutti e nessuno sembra sconfitto, anche se si discute sul dato dell'astensione

Sono convinto che Verona sia la città che più ha da guadagnare dall'esito di questo referendum. Siamo la città che, per posizione geografica e per molteplicità di vocazioni, ha molti campi in cui spiccare il volo, se solo avessimo maggiori risorse e maggiore autonomia gestionale. Per queste ringrazio i tanti veronesi che, al di là dell’appartenenza politica, hanno capito la sfida che stava alla base del voto di domenica e hanno scelto di esprimesi in percentuale significativa.

Anche il sindaco di Verona Sboarina ha aggiunto la sua voce al coro di commenti post referendum sull'autonomia. Nello sport si dice che dopo una sfida, chi vince festeggia e chi perde parla. Dopo il referendum di ieri, 22 ottobre, invece parlano tutti e nessuno sembra sconfitto. Una parte del PD infatti era per l'astensione, ma una deputata veronese del Partito Democratico come Alessia Rotta è andata a votare.

Questo voto non è in distonia con lo spirito solidale dei veneti, che ha la faccia del volontariato più numeroso d’Italia - ha commentato Rotta - Come Partito Democratico dovremmo avere il compito e l'ambizione di volerlo raccontare ai nostri amici di tutte le regioni. Sono i veneti ad aver determinato il risultato, non la Lega. Il referendum non corrisponde ad un orientamento politico, ma ad uno spirito della regione. Capisco e rispetto chi non è andato a votare perché nauseato dalla propaganda e in alcuni casi anche da certe minacce. Ma non accetto che, pensando di fare un dispetto a Zaia, si rinunci a comprendere e accogliere le domande dei cittadini.

Un messaggio rivolto anche al suo compagno di partito Vincenzo D'Arienzo che si è speso tanto a favore dell'astensione.

Ovviamente, ho il massimo rispetto per l’esito e per coloro che sono andati a votare - ha scritto D'Arienzo - Pur tuttavia, resto convinto che non bisognava offrire a Zaia e alla Lega Nord l'opportunità di condurre una campagna elettorale contro il Governo ed il Partito Democratico.

Il segretario di Fare! Flavio Tosi, sostenitore del Sì, è soddisfatto per il risultato, ma critica chi esulta per il dato sull'affluenza.

Ricordo che Zaia aveva parlato del 60% come base minima per ritenere il risultato del referendum soddisfacente - spiega Tosi - Col referendum costituzionale del dicembre scorso si era arrivati in Veneto ad un’affluenza di quasi il 77%: un dato su cui riflettere, che manifesta probabilmente come i cittadini, pur trattandosi di un tema sentitissimo come l’autonomia, si siano resi conto che quel referendum decideva qualcosa, mentre questo era pur sempre solo un referendum consultivo. La speranza è che ora in Veneto si rientri in una comunicazione corretta.

E sull'afflueza insiste anche Giorgio Pasetto, ex consigliere comunale veronese di Area Liberal. A Verona infatti gli elettori si sono fermati al 45,5%. 

Questo dato dovrebbe far riflettere la politica veronese - commenta Pasetto - Forse una fascia più acculturata e meno populista di elettori ha deciso di considerare questo referendum poco serio ed è rimasta a casa?

Pensa invece solo ad esultare il Movimento 5 Stelle, che legge il referendum del 22 ottobre come una vittoria della democrazia diretta.

Il Movimento 5 Stelle ha sostenuto dal principio il referendum per l'autonomia perché il principio del decentramento è prezioso per riavvicinare le istituzioni ai cittadini - ha dichiarato il deputato veronese 5 Stelle Mattia Fantinati - Questa è una vittoria proprio dei cittadini, non certo della Lega e dei suoi alleati.

La leader nazione di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni non ha mostrato il suo volto più gioioso commentando l'esito delle votazioni di ieri, ma il coordinare veneto del suo partito, il consigliere regionale Sergio Berlato, ha gioito e molto per la vittoria del Sì e per il superamento del quorum.

Il voto dei veneti non è contro qualcuno ma è un voto per garantire servizi migliori ai cittadini in uno Stato unitario che può diventare più efficiente se si trasferiscono i centri decisionali e gestionali il più vicino possibile ai cittadini - ha precisato Berlato - Il voto dei veneti non significa egoismo ma la richiesta di maggiori responsabilità per gestire meglio a livello locale ciò che sinora poteva essere gestito meglio a livello nazionale.

E anche la sezione veneta del Popolo della Famiglia ha commentato positivamente il giorno dopo il referendum.

Il Popolo della Famiglia ha combattuto la battaglia referendaria perché è fortemente convinto che la difesa dei valori di solidarietà e della famiglia non può prescindere da una sana politica della gestione del territorio e delle risorse pubbliche, attuando il principio di sussidiarietà, ha detto il coordinatore regionale Filippo Grigolini.

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