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«Assessore condannato per razzismo», prime grane per Coletto in Umbria

L'ex assessore veronese alla sanità del Veneto è stato chiamato a svolgere lo stesso incarico in Umbria ed è stato il primo a finire nel mirino delle opposizioni, per una sua condanna risalente al 2001

Ieri, 2 dicembre, si è tenuto il primo consiglio regionale dell'Umbria dopo le elezioni che hanno visto primeggiare la candidata leghista Donatella Tesei. Un consiglio regionale che non è riuscito ancora ad eleggere un suo presidente e che nella prima seduta di ieri è stato caratterizzato anche da una polemica sul veronese Luca Coletto, ex assessore alla sanità della Regione Veneto ed ora assessore alla salute e alle politiche sociali dell'Umbria. A Coletto, la presidente Tesei ha assegnato diverse deleghe, tra cui le politiche sull'immigrazione e quelle sulla parità di genere e contro la discriminazione. Ricercando nel passato di Coletto, è rispuntata la sua condanna del 2001 per diffusione di idee razziste, quando raccolse delle firme per lo sgombero di un campo nomadi abusivo da Verona. Allora, Coletto era consigliere provinciale e insieme a lui furono condannati anche altri esponenti politici, tra cui anche l'ex sindaco di Verona Flavio Tosi.

Dal 2001 ad oggi è facile calcolare quanto tempo è passato e quanti incarichi istituzionali ha ricoperto Coletto dopo quella condanna a due mesi. Ma per il Partito Democratico umbro, quella macchia sulla reputazione di un neo assessore regionale, tra l'altro proveniente da un altro territorio, è abbastanza per cominciare la carica di critiche al nuovo esecutivo.

Mi stupisce il silenzio della presidente circa la condanna dell'assessore Coletto - ha dichiarato il capogruppo del PD umbro in consiglio regionale Tommaso Bori, come riportato da Nicola Bossi su PerugiaToday - Avete scelto una persona esterna, lontana dall'Umbria a livello geografico e di valori. Avere in giunta una persona che ha subito una condanna è grave, ma una condannata per razzismo è inaccettabile. L'Umbria respinge le idee portate avanti dal nuovo assessore. Chiediamo alla presidente se sapeva o era allo scuro. La delega alle discriminazioni data a Coletto è un cortocircuito.
Esprimo poi orgoglio per la sanità umbra. Una sanità che rivendichiamo come pubblica e uguale per tutti. Importare il modello lombardo in Umbria non funziona e neanche importare un assessore dal Veneto.

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