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Caos movida a Verona, La Paglia ribadisce: «Servono dei temporary bar sui bastioni»

Contraria a ipotesi repressive per gestire il tema "movida" al tempo del coronavirus, la consigliera Pd Elisa La Paglia propone di consentire a bar e ristoranti di sfruttare location all'aperto nelle aree verdi: «Tra Ponte Catena, Porta Fura, i Bastioni e i parchi sono 17»

«A cinque giorni dalla riapertura dei bar si tocca con mano la criticità sui cui la sottoscritta insiste da più di un mese: il "movimento" di persone che ruota attorno ai locali serali, la cosiddetta "movida", può essere posto in condizioni di sicurezza soltanto se ai clienti si fornisce la possibilità di restare comodamente seduti a chiacchierare. Per questo motivo, ampiamente prevedibile e previsto, il 17 aprile scorso avevo illustrato un progetto di temporary bar (bar "temporaneo" o "a tempo" ndr) da realizzarsi sulle aree verdi comunali che, come nel caso dei Bastioni, sono già collaudate per questo tipo di manifestazioni», così si esprime in una nota la consigliera comunale del Partito democratico a Verona Elisa La Paglia che, in effetti, ormai già più di un mese fa, aveva avanzato la sua idea in vista delle riaperture dei locali. 

Comprensibile che oggi, alla luce dei fatti avvenuti la sera di venerdì 22 maggio, con gli assembramenti fuori dai bar di piazza delle Erbe a Verona e la conseguente ordinanza sindacale restrittiva firmata dal primo cittadino Sboarina, l'esponente del Pd Elisa La Paglia abbia rispolverato il proprio suggerimento: «Non si comprende perché questa proposta sia stata bene accolta e valutata positivamente da altre amministrazioni comunali e anche da privati che, in qualche caso, a loro volta l’hanno riproposta ad altri Comuni, ma non dall’amministrazione comunale di Verona. Il difetto non sta nel progetto, che secondo alcuni sarebbe troppo complesso. Al contrario, - incalza la consigliera Pd Elisa La Paglia - il difetto sta nell’amministrazione che troppo superficialmente si è illusa, ed ha illuso, che una mascherina e la raccomandazione del metro di distanza fossero "misure" più che sufficienti a far riprendere la vita notturna cittadina e che non fosse dunque richiesto nessuno sforzo supplementare di idee o di iniziativa. I fatti, e le considerazioni fatte dallo stesso Prefetto di Verona, ci dimostrano che non è così e che l’intero settore ora è a rischio di una stretta».

L'esponente dem ha quindi voluto invitare l'amministrazione comunale di Verona a «riconsiderare il mio progetto che nel frattempo ho affinato, tenendo conto che esso presenta l’indubitabile vantaggio di aprire una porta anche al ritorno delle esibizioni dal vivo degli artisti veronesi». Spiegato in sintesi, l’obiettivo principale della proposta di creare dei temporary bar nelle aree verdi cittadine, quali appunto i bastioni, prevederebbe anzitutto «di aumentare i posti a sedere a disposizione delle singole attività, - afferma la consigliera La Paglia - creando luoghi dove le persone possano incontrarsi e gli eventi svolgersi in piena sicurezza. Può essere un concerto dal vivo ma anche il festeggiamento di un matrimonio».

Cioè, se ben comprendiamo il senso della proposta, non tanto creare dei locali nuovi, ma anzitutto consentire agli esercizi commerciali già esistenti a Verona di poter sfruttare location alternative all'aperto dove poter svolgere le loro attività: «Apriamo dunque i parchi e le aree verdi della città alle attività di ristorazione e bar, pizzerie, pub, osterie. - spiega la consigliera Pd Elisa La Paglia - Con un’unica conferenza dei servizi, previa verifica sugli impianti idraulici ed elettrici, con un’unica procedura il Comune può dare permessi agevolati per 120 giorni all’anno sugli spazi ricavabili in parchi ed aree verdi adatte allo scopo. Tra Ponte Catena, Porta Fura, i Bastioni, parchi e giardini di quartiere, ad esempio il parco di Villa Pullè, abbiamo contato almeno 17 aree potenzialmente utili. Senza considerare - conclude la consigliera La Paglia - la possibilità di fruire anche dei cortili di scuole attualmente chiuse che hanno il vantaggio di essere dotati di servizi, talvolta anche di cucine industriali, e nessuna barriera architettonica».

Bastione San Bernardino

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