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Politica Centro storico / Piazza Brà

Circolo Pink contro il Family Day: "Istigatori della Famiglia Naturale"

L'associazione LGBT scaligera attacca le Sentinelle in Piedi, che torneranno a manifestare in città, e le istituzioni contrarie al ddl Cirinnà

Le Sentinelle in Piedi tornano in piazza Brà ma non saranno sole. Questo il significato della nota diffusa dal Circolo Pink di Verona, che si pone a difesa del ddl Cirinnà e dei diritti dei LGBT. L'associazione veronese attacca le istituzioni e i partiti politici, che sarebbero colpevoli di negare diritti fondamentali alla comunità omosessuale, promuovendo inoltre una sorta di contro-manifestazione nei confronti dell'associazione che ha dato appuntamento a tutti i suoi sostenitori nel centro di Verona. Questa la comunicazione del Circolo Pink. 

LE ISTIGATRICI DELLA FAMIGLIA "NATURALE"

Domenica 24 gennaio alle 17.00 circa tornano in piazza Bra, con il loro “violento” silenzio, le Sentinelle in piedi. Diamo gli orari per chi volesse andare a fischiarle.

Non a caso le difensore della “famiglia naturale” hanno scelto il 23 e il 24 per manifestare in una quarantina di piazze italiane. Il 23 gennaio infatti in tantissime città si svolgeranno iniziative a favore dell'approvazione della legge sulle unioni civili, l'ormai famoso ddl Cirinnà: ecco il motivo della levata di scudi del movimento integralista delle Sentinelle. Ma non ci saranno solo loro a manifestare contro il diritto di cittadini e cittadine ad usufruire di una legge sulle unioni civili: il 30 a Roma ci sarà l’ennesimo Family Day, con la benedizione di papa Bergoglio, che da una parte si cosparge il capo di cenere e si chiede chi è lui per giudicare una persona omosessuale, dall’altra sostiene la linea più integralista della sua curia, quella di Bagnasco, appoggiando il Family Day. Chi è stato alla precedente edizione lo descrive come una piazza assolutamente priva di significato, con zero contenuti, molte persone portate solo per riempire la piazza senza sapere per cosa si manifestava, pecoroni che servono alla gerarchia vaticana per giustificare l'ingerenza nello stato laico.

È di oggi (ieri, ndr) la notizia che una delegazione della giunta Zaia, Regione Veneto, sarà al Family Day; del resto sono note le posizioni integraliste cattoliche di Stefano Valdegamberi (consigliere regionale della giunta Zaia) e di Elena Donazzan (assessore regionale all'Istruzione), schierati apertamente in quella che ormai viene chiamata la guerra al Gender, con la fantomatica teoria secondo la quale una “lobby gay” vorrebbe distruggere la famiglia tradizionale eterosessuale (e, si suppone, regolarmente sposata in chiesa).

A Verona le "care" Sentinelle saranno sempre in silenzio con libri e passeggini, nonni, padri e madri, oltre purtroppo a molti giovani. Un movimento trasversale con stretti legami con la destra estrema e vari personaggi istituzionali, primo fra tutti quello Zelger, consigliere comunale ex lista Tosi, che nel 2014 ha fatto passare un ordine del giorno in cui si chiede al sindaco di vigilare per impedire l'entrata nella scuola pubblica di contenuti che promuovono la cultura della differenza. Non possiamo dimenticare il vescovo di Verona Giuseppe Zenti, anche lui molto vicino ai movimenti integralisti cattolici, che ultimamente ha licenziato il suo fedele segretario nonché direttore di Verona Fedele, organo di stampa della Curia, don Bruno Fasani, reo di aver criticato la decisione del vescovo di appoggiare apertamente Monica Lavarini, iscritta nelle liste elettorali di Zaia alle ultime elezioni regionali.

Un dato è certo: l’inquietante pacifica "violenza" delle Sentinelle non aiuta a far sì che anche le persone gay girino tranquille mano nella mano per le vie della città, basti ricordare l’aggressione subita la notte del 31 dicembre 2015 da Piermario, ragazzo gay picchiato all'uscita dal lavoro da due personaggi non ancora identificati. Tutto questo si muove a Verona, baluardo della famiglia "naturale", culla di molte violenze casalinghe e aggressioni in strada. Dicevamo all'inizio che diamo indirizzo e orario non tanto per far pubblicità al medio evo messo in scena in Bra ma casomai per andare a contestare e fischiare, stando sempre attenti a non beccarsi una denuncia, come quelle rimediate da molti esponenti della resistenza antifa e antiomofoba di Verona. Il presidente del Pink Gianni Zardini è stato denunciato già due volte per manifestazione non autorizzata, insieme ad altre e altri: a Verona andare in piazza a contestare chi vuole limitare i diritti civili è reato. Le Sentinelle che apparentemente non fanno nulla ma si battono affinché i politici che ci governano non approvino une legge necessaria hanno diritto a manifestare solo perché hanno chiesto e ottenuto un’autorizzazione.

Ultima chicca che ha lasciato tutti atterriti, sempre sul fronte del ddl Cirinnà: un senatore del Pd, tal Gianpiero Dalla Zuanna, ha depositato un emendamento che punirebbe con 12 anni di carcere chi ricorrerà all’utero in affitto all’estero, la cosiddetta maternità surrogata. Potremmo dire a questo punto ARRESTATECI TUTTI.

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