rotate-mobile
Politica Centro storico / Via Sant'Angela Merici

«Centro profughi nel quartiere Filippini?». Tosi e Bertaia chiedono altre soluzioni

Secondo il deputato di Forza Italia e la consigliera comunale della Lista Tosi, lo stabile non sarebbe una buona scelta come Cas dal momento che è chiuso da tempo: «Tra l’altro non è nemmeno provvisto di un cortile o di uno spazio aperto dove queste persone possono prendere aria»

«Centro profughi nel quartiere Filippini? Creerebbe dei problemi e sarebbe inopportuno». A sostenerlo, in una conferenza stampa che si è tenuta giovedì mattina proprio davanti all’edificio di via Sant’Angela Merici, di proprietà della Diocesi, che presto potrebbe diventare un Centro di accoglienza, sono il deputato di Forza Italia Flavio Tosi e la consigliera comunale della Lista Tosi Anna Bertaia, accompagnati da alcuni residenti del quartiere e dalla capogruppo di Fare a Palazzo Barbieri Patrizia Bisinella, dal consigliere comunale e regionale di Forza Italia Alberto Bozza, dal consigliere comunale Luigi Pisa e dai consiglieri della Prima Circoscrizione Luisa Sartori e Stefano Napolitano.

I profughi, un massimo di 25 persone seguite dalla Caritas, entro la fine del mese verranno spostati da San Zeno al rione, nella struttura della Diocesi che risulta chiusa da qualche anno e che sarebbe stata sistemata per l'occasione. 
Bertaia però, che sulla questione ha presentato una domanda di attualità e che martedì sera in consiglio ha avuto un serrato confronto con l’assessore Luisa Ceni, ha voluto sottolineare quelle che sarebbero le criticità di un Cas nel quartiere Filippini: «Le perplessità nascono dal fatto che questo immobile di via Sant’Angela Merici è chiuso da più di vent’anni e non mi risulta sia a norma. Tra l’altro non è nemmeno provvisto di un cortile o di uno spazio aperto dove queste persone possono prendere aria. Inoltre siamo in pieno centro storico, il quartiere è frequentato da turisti e vorrei capire quante di queste persone saranno ospitate, dato che l’immobile è molto grande, e quando sarebbe prevista l’apertura di questo centro».

I consiglieri di opposizione spiegano che non ci sarebbe stata alcuna comunicazione ufficiale in merito fino a martedì sera, quando, ricorda Bertaia, «l’assessora Ceni rispondendo alla mia domanda di attualità ha confermato ufficialmente quelle che fino a prima erano state soltanto indiscrezioni giornalistiche. Ceni ha ammesso che ci sono interlocuzioni in corso con Prefettura e Caritas per aprire qui ai Filippini un centro profughi, ma ha assicurato che non c’è ancora nulla di definitivo. In virtù di questo allora chiediamo che il Comune possa intercedere proprio con la Prefettura e la Caritas per individuare altre soluzioni, anche più dignitose per gli stessi profughi. La Diocesi è proprietaria di altre strutture, penso allo stabile che avrebbe dovuto essere il seminario a San Massimo, un edificio nuovo e perfettamente a norma».

Infine, Flavio Tosi ha sottolineato che «mettere decine e decine di profughi in un edificio privo di spazi esterni, significa incentivare queste persone ad andare in giro a bighellonare per il quartiere Filippini e per il centro storico, con potenziale disagio e pericolo per residenti, cittadini e turisti».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«Centro profughi nel quartiere Filippini?». Tosi e Bertaia chiedono altre soluzioni

VeronaSera è in caricamento