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Libri sulle unioni omosessuali censurati da Sboarina. È pioggia di critiche

Associazioni, consiglieri comunali e deputati esprimono solidarietà agli editori e ai bibliotecari. Ma c'è anche chi come Alberto Zelger schierato con il neo eletto sindaco

La lettera dei rappresentanti di editori e bibliotecari ha ottenuto il suo scopo: porre in evidenza il discutibile punto del programma del nuovo sindaco di Verona Federico Sboarina, quello in cui si preannuncia il ritiro dalle biblioteche, dalle scuole e dagli asili comunali dei libri e delle pubblicazioni che promuovono l'equiparazione della famiglia alle unioni civili omosessuali.

Un punto su cui si era dibattuto, ma forse non abbastanza, in campagna elettorale e che adesso si è trasformato in una dura polemica contro il sindaco. Dalle associazioni agli esponenti politici, tutti ora attaccano Sboarina su questo fronte

"Invitiamo il neosindaco a riflettere e a rispettare i principi laici e plurali della nostra Costituzione alla quale il suo ruolo lo chiama a rispondere - ha detto Alex Cremonesi di Arcigay Verona - Che al primo cittadino piaccia o meno, le molteplici forme dell'essere famiglia e della genitorialità, le differenze razziali e religiose, le diversità di orientamento sessuale e di genere sono un fatto, anche a scuola, può scegliere solo se rispettarle o meno".

Dal nuovo consiglio comunale si sono alzate le voci dei consiglieri Tommaso Ferrari e Michele Bertucco. "La libertà di stampa e di espressione è la linfa vitale della nostra società e della nostra cultura - ha detto Ferrari - La coesione sociale passa dall'approfondire la complessità dell'età contemporanea, analizzandone le sfaccettature senza cedere ad anacronistiche logiche divisive. I diritti civili per le coppie omosessuali non devono essere messi in discussione, neppure con approssimative manovre indirette, perché non sono in contrasto o in concorrenza con serie politiche familiari". E Bertucco ha aggiunto: "Il sindaco Federico Sboarina e il futuro vicesindaco Lorenzo Fontana sono liberi di pensare quello che vogliono della famiglia naturale, ma con i diritti civili non si scherza. È improponibile nel 2017 pretendere di negare l'esistenza di differenti orientamenti sessuali e altrettanto improponibile, con tutto il razzismo e i pregiudizi che ci sono in giro, pensare di vietare alla scuola di educare anche a queste differenze".

E anche dal Parlamento c'è chi commenta criticamente. "Noi siamo per la libertà e dalla parte degli editori e dei bibliotecari che di certo non possono adeguarsi all'oscurantismo medievale del neo eletto sindaco di Verona - ha scritto il deputato veronese PD Diego Zardini - Le biblioteche sono innazitutto luoghi di aggregazione per la cittadinanza e ne devono sostenere formazione e accrescimento culturale continuo nel rispetto delle libertà sostenute dalla Costituzione, senza forme di censure o imposizioni di veti ai bibliotecari in merito alla selezione dei libri". Dello stesso avviso anche il portavoce alla Camera per il M5S Mattia Fantinati: "Bandire i libri che trattano di famiglie cosiddette gender da scuole, asili e biblioteche è da mentalità retrograda, medioevale e ricordano gli inizi di una delle più becere dittature in cui si vietano da subito i libri e la libertà di espressione. Le idee vetuste, folli ed anacronistiche del sindaco Sboarina non possono essere accettate".

Non tutti però sono contro il punto del programma del sindaco Sboarina. C'è anche chi come Alberto Zelger esprime solidarietà al nuovo sindaco "votato dalla maggioranza dei veronesi anche per questa sua decisa presa di posizione contro ogni tentativo di indottrinamento dei bambini a favore dell’ideologia del gender, che vorrebbe equiparare la famiglia formata da un uomo e una donna, all’unione di due persone dello stesso sesso - ha scritto Zelger - Qui non si tratta di mandare al rogo dei libri ma di investire il denaro pubblico, destinato alle scuole e alle biblioteche, per veicolare modelli familiari in linea con la Costituzione e con il comune sentire dei nostri cittadini".

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